
Viaggio nella civiltà delle Ville Venete (parte prima)
Quando si usa il termine villa possono venire in mente edifici molto diversi a seconda della regione in cui ci si trova, perché sono espressione di una cultura fortemente identitaria e caratteristico frutto del genius loci.
Ecco dunque che le Ville Venete rappresentano un vero e proprio fenomeno che non ha eguali e che si configura quasi come un grande organismo vivente, fatto di cose e di persone che nei secoli hanno contribuito al suo sviluppo e anche al cambiamento. Le 24 ville palladiane hanno inoltre ricevuto il prestigioso e significativo riconoscimento Unesco, che le definisce come una sintesi “tra gli aspetti funzionali della gestione del territorio e dell’autocelebrazione dei nobili proprietari”.
Di che periodo stiamo parlando? La Repubblica Serenissima di Venezia inizia la sua conquista della terraferma a inizio del Quattrocento e la villa risponde all’esigenza di creare dei presidi in questo nuovo sconfinato spazio, che verrà ampiamente dedicato allo sfruttamento agricolo. Con la caduta di Venezia e la vittoria di Napoleone del 1797, termina anche il periodo di splendore delle Ville Venete che però su suolo veneto sono ancora più di 3000!
Per fortuna, dunque, le ville venete da visitare sono molte, ma che fatica scegliere quelle di cui scrivere! Vi dico già che ci saranno altre “puntate”: questo primo articolo è solo un aperitivo!
Itinerario tra le più belle ville venete da visitare
Ogni provincia e ogni comune veneti conservano questi nobili edifici a volte ancora isolati in mezzo alla pianura, o sopra una collina, circondati dal paesaggio che lungi da essere un mero elemento decorativo, è parte essenziale del grande complesso della villa. La maggior parte è di proprietà privata ma ci sono alcune eccezioni, come la prima villa di cui voglio parlarvi.
Tra passato e presente
Tra le ville venete di Vicenza segnalo la settecentesca Villa Cordellina Lombardi a Montecchio Maggiore (Vicenza). Questa appare al vostro arrivo ancora circondata da ampi spazi: il giardino in facciata, ma anche l’ingresso nobile a nord e altre piccole corti, due barchesse (scuderia e foresteria), gli annessi rustici recuperati dopo l’alienazione del 1931 in cui si aprono i vari edifici detti “corte rusticana”. Vale subito la pena quindi di fare una bella passeggiata assaporando la quiete del posto.
Il paesaggio dei Colli Berici fa da cornice alle sue spalle, mentre il resto dell’abitato si è sviluppato attorno, quasi con una sorta di rispetto verso questo gioiello il cui salone centrale fu affrescato nel 1743 da Giambattista Tiepolo. Nella visita interna si resta incantati dalla sua pittura fatta di pura luce e colore, nel tratteggiare con un senso di magistrale armonia storie tratte dall’antica Roma, addirittura Alessandro Magno e Scipione l’Africano.
Le vicissitudini di questa villa ci raccontano anche la storia comune a molte di queste dimore che cambiano destinazione d’uso: da dimora signorile a collegio-convitto fino a stabilimento di allevamento del baco da seta. Del resto, la tradizione tessile vicentina è ancora molto rinomata. Oggi, la villa è di proprietà della provincia di Vicenza e qui potete trovare le info aggiornate per poterla includere nel vostro tour.
Il Cinquecento, il Rinascimento delle ville Venete
Tra le ville venete da visitare nella provincia di Padova invece consiglio quella che viene definita la prima villa rinascimentale in Veneto. Ma Palladio non si era ancora rivelato: sto parlando infatti di Villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia, oggi bene del Fai e progettata da Giovanni Maria Falconetto. Prima del più celebre architetto, infatti, si recò a Roma per studio e tornò nella sua regione introducendovi il gusto per la classicità romana, già di moda in centro Italia. Ecco allora che in cima alla piccola collina euganea vi troverete davanti a una vera e propria domus romana con tanto di impluvium e compluvium (almeno nel progetto originario), aperta al paesaggio circostante in un doppio loggiato affrescato sempre con temi naturalistici, in cui si può avere una pausa durante la visita approfittando delle comode poltrone che accolgono il visitatore. Una volta dentro, verrete rapiti dal ciclo di affreschi del pittore fiammingo Lambert Sustris, rigorosamente ligio ai nuovi dettami imposti dal rinascimento anche in pittura. Le sale sono tutte ammobiliate, parte con pezzi provenienti da altri beni Fai e in alcuni casi lasciti della famiglia Olcese, che acquista la villa dal Vescovo di Padova nel 1962 e nel 1968 vince il primo premio al mondo per il miglior restauro e il miglior arredo di un Monumento d’arte, conferito dall’American National Society of Interiors Decorators Foundation.
Pensate che la famiglia aveva tra i propri ospiti Truman Capote, Pierpaolo Pasolini, Guido Piovene, Andy Warhol, Renato Guttuso e Francis Bacon, Giangiacomo Feltrinelli, Valentino Bompiani, Alberto Mondadori, Ugo la Malfa e Giovanni Spadolini, Luchino Visconti, Monica Vitti, Marcello Mastroianni, Claudia Mori e Adriano Celentano, e tante altre personalità che hanno segnato le cronache e la storia degli ultimi decenni.
Tante sono le iniziative che potete trovare nel loro sito, con possibilità di fare pic nic, laboratori per i bambini ed eventi gourmet per i più grandi. E se avete buona gamba e avete voglia di immergervi nella natura dei Colli Euganei, si trova un interessante sentiero.
Usciti dalla villa, tenete la destra e arriverete a una delle targhe del Parco Letterario Francesco Petrarca e dei Colli Euganei: Dino Buzzati descrive proprio questa villa nella sua novella Festa in villa con il mago. Subito dopo, a sinistra parte il sentiero che vi permette di apprezzare ancora meglio il contesto in cui è inserita la villa.
Ville Palladiane: otium o negotium?
Ovviamente non si può parlare di ville venete da visitare senza nominare lui, Andrea di Pietro della Gondola, in arte Palladio. Nato a Padova, ma adottato dalla nobiltà vicentina che lo accoglie semplice scalpellino e lo consacra genio indiscusso dell’architettura, ormai mondiale. La civiltà antica viene da lui sapientemente interpretata e adattata, sia al paesaggio veneto che alle specifiche esigenze dei committenti: una dimora a metà tra otium e negotium, svago e lavoro.
La villa palladiana infatti è un’ottima sintesi infatti tra dimora e azienda agricola, nata per accogliere degnamente il signore che doveva però controllare l’andamento del suo nuovo business legato all’agricoltura.
Nel nostro andar per ville abbiamo l’imbarazzo della scelta perché ben 24 sono patrimonio Unesco!
Per questo primo appuntamento scelgo la villa Barbaro a Maser, in provincia di Treviso.

Photo credit: www.villadimaser.it
Perché? Qui si trovano molti elementi particolari e ci se ne accorge subito avvicinandosi al luogo che si trova alle pendici di un colle: non facile come location! Ma Palladio la adatta perfettamente al suo progetto, anzi riesce a progettare addirittura il paesaggio! Infatti ricava dalla parete collinare un ninfeo, la fonte per le ninfe con fontana e peschiera (da qui, poi, grazie ad un ingegnoso sistema idraulico, l’acqua viene portata all’interno e fino ai giardini). Poi ci sono le consuete barchesse (per noi veneti elementi familiari nelle campagne e nelle ville) che qui sono proprio allineate alla facciata della residenza e che terminano con le colombaie.
All’interno della villa, le pareti sono decorate con gli affreschi di Paolo Veronese attorno al 1560. L’atmosfera è quella di una festa le cui scene si dipanano di stanza in stanza, da cui si affacciano paggi e bambine che sembrano volerti dire “prego, entra, vieni con noi”: i piaceri della vita in villa accanto ad allegorie, paesaggi che sembrano rompere lo spazio fisico, portarci fuori e viceversa.
All’esterno non potrà mancare una passeggiata nei 30 ettari di vigneto nel cuore della D.O.C Montello e Colli Asolani: qui vengono prodotti ottimi vini acquistabili nello shop della villa, oppure potete prenotare una degustazione o un light lunch con prodotti freschi a chilometro zero provenienti da produttori consapevoli.
Concludo con un brindisi questa prima parte dedicata alle ville venete da visitare, prosit!
Articolo di Claudia Baldin
LEGGI ANCHE
- I Parchi letterari® in Italia: un viaggio tra bellezza e prodotti tipici
- Arquà Petrarca: guida alla scoperta di un borgo magico