
Visita a Villa Roberti, tesoro di Brugine
Non si può comprendere appieno lo spirito e il paesaggio della Saccisica se non si è mai stati a Villa Roberti, a Brugine. E non si può visitare Villa Roberti da sola, senza la sua terra, la Saccisica.
Oggi vi accompagno quindi in un piccolo paese ai confini con Piove di Sacco, per scoprire una zona che possiamo definire anfibia, che vibra di terra e acqua allo stesso tempo e che estende il suo sguardo tra i Colli Euganei e la Laguna a sud di Venezia.
Piove di Sacco è la città capoluogo della Saccisica, un’ampia area che oggi include una decina di paesi tra il Brenta e il Bacchiglione. Queste due importanti vie d’acqua in passato alimentavano l’antico fiume Medoacus.
Il termine Saccum è utilizzato fin dall’Alto Medioevo e intorno all’anno Mille definiva una Pieve matrice in località Corte (di Piove di Sacco).
Il Medioevo è un periodo operoso: Piove di Sacco assume il ruolo di centro politico ed economico, mentre nei comuni limitrofi i monaci benedettini danno avvio a laboriose opere di bonifica delle terre nei comuni di Correzzola e Legnaro. Fu un lavoro complesso e molto lungo, che trasformò le campagne rendendole fertili, rigogliose e ben drenate.
Durante il Medioevo, la Saccisica è contesa tra le città di Padova e Chioggia: la toponomastica ricorda la presenza di alcuni avamposti strategici di controllo, come la località Castelcaro di Codevigo e la Torre del Castello dei Macaruffo a Brugine.
Ci stiamo avvicinando alla meta del nostro viaggio: la torre appena menzionata appartiene al complesso di Villa Roberti ed è ancora lì, ritta e fiera, a dominare la campagna e in qualche modo a proteggere la proprietà. Iniziamo così a scoprire la sua storia.
La storia di Villa Roberti, a Brugine
Durante il Quattrocento i Roberti, ricchi banchieri padovani, acquistarono dei terreni a Brugine. L’epicentro della loro proprietà si snodava attorno alle rovine del castello dei Macaruffo. La loro prima esigenza fu quella di costruire una Barchessa per custodire gli attrezzi agricoli e mettere al riparo gli animali. La terra era la loro ricchezza; la produzione agricola la loro rendita.
L’azienda agricola era florida e, intorno alla metà del Cinquecento, Girolamo Roberti decise di donare alla futura famiglia del nipote Francesco una dimora in campagna.
L’impresa costruttiva fu affidata ad Andrea Da Valle, coevo di Andrea Palladio, mentre le decorazioni interne a due giovani artisti: Giambattista Zelotti e Paolo Veronese.
Nell’estate del 1553, Francesco Roberti e Lucietta Da Rio, novelli sposi, entrarono nella loro nuova villa. Ad accoglierli, gli ambienti pensati con cura dall’architetto per armonizzare l’attività dei campi con le esigenze di rappresentanza della nobile famiglia. La giovane coppia abita spazi ampi finemente affrescati, dominati da tanta luce. Nella loro casa ogni elemento è in completa simbiosi con la natura circostante e con lo spirito del luogo. Possiedono una villa molto elegante, una barchessa a otto archi con aia in mattoni di cotto, una torre medievale e un giardino con brolo. Il parco all’inglese arriverà nell’Ottocento.
Villa Roberti oggi
Il visitatore che oggi entra all’interno di Villa Roberti respira tutto questo: ampi spazi, tanta luce, la definizione armonica degli ambienti interni e la potenza di un ciclo pittorico perfettamente conservato.
Quando si varca la porta del Salone Nobile si è colti da stupore e gli occhi hanno bisogno di tempo per cogliere la presenza di così tanta bellezza tutta assieme.
Si avverte la necessità di fermarsi e respirare.
Nel Salone Nobile otto grandi scene narrano amori tratti dalle Metamorfosi di Ovidio e sono opera di Giambattista Zelotti, artista capace che lavorò a lungo in altre ville venete, incluso il Castello del Catajo a Battaglia Terme.
Le donne e i giganti rappresentati nelle sovrapporte del Salone Nobile sono invece opera di Paolo Veronese, tra i più virtuosi pittori rinascimentali: queste figure vibrano di colore e panneggio.
Al piano terra, sono presenti i resti dell’antico castello dei Macaruffo, incluso un pozzo. Sempre al piano terra un unicuum: la presenza dell’antica cucina rinascimentale, perfettamente conservata e funzionale, con il curioso pavimento inclinato e l’ampio camino tuttora utilizzato.
Villa Roberti è anche una distesa di spazi esterni: un giardino all’inglese che profuma di rose, un ampio Brolo circoscritto da vecchie mura perimetrali, un Bosco fatato e un’ampia barchessa con giardino proprio.
Ogni spazio interno ed esterno è vivo, palpita e respira. Ed è proprio questo che rende Villa Roberti diversa dalle altre dimore storiche: la sua anima che batte!
La Cooperativa Villa Roberti si prende cura del complesso e organizza eventi per grandi e piccini: rassegne teatrali, spettacoli musicali, concerti di musica classica, incontri culturali, visite guidate, attività didattiche, uscite a piedi e bici nel territorio, occasioni di ritrovo e scoperta della storia e della cultura del luogo. E poi c’è sempre il Mercatino dell’Antico e dell’Usato, che si svolge ogni prima domenica del mese.
Villa Roberti è anche pernottamento e utilizzo degli spazi per eventi privati e business.
Maggiori informazioni su: www.villaroberti.com
Se questo articolo ha stuzzicato la tua curiosità e hai voglia di scoprire Villa Roberti e la Saccisica posso accompagnarti volentieri: mariaclaudia.crivellaro@gmail.com
Articolo di Mariaclaudia Crivellaro
Guida turistica Padova e ville venete
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