
Villa Pisani Bolognesi Scalabrin e i giardini di Evelina
Villa Pisani Bolognesi Scalabrin localizzata a sud dei Colli Euganei venne fatta erigere nella prima metà del Cinquecento dal Cardinale Francesco Pisani, patrizio veneziano Vescovo di Padova.
Note Architettoniche
Villa Pisani Bolognesi Scalabrin si presenta con un corpo centrale allungato dalle barchesse porticate, dalla colombara e dalla scuderia.
La villa venne restaurata e la gradinata originaria fu abbattuta per far posto all’attuale ampio terrazzo belvedere del piano nobile dal quale Evelina amava ammirare dall’alto il suo giardino. Una splendida Pergola di vite ombreggia l’assolata facciata, delimita lo spazio antistante la villa e conduce al giardino separato dalle antiche balaustre…
La Villa
Dopo la vendita della Villa di Stra, i Pisani concentrarono la loro attenzione sulla Villa di Vescovana, che con l’arrivo dell’ultima Contessa Pisani, Evelina van Millingen, si arricchì dello splendido giardino e dell’imponente parco. Fu certamente questa affascinante Signora, dopo il Cardinale Francesco Pisani, committente della Villa, la protagonista e l’anima della residenza. La famiglia Pisani di Santo Stefano si estinse nel 1880 alla morte di Almorò III Giovanni Giuseppe, marito di Evelina.
Nel 1900, alla scomparsa di Evelyn, l’eredità passò ad un lontano nipote di Almorò, il Marchese Carlo Guido Bentivoglio d’Aragona, la cui figlia Elisabetta andò sposa al Conte Filippo Nani Mocenigo. Alla fine degli anni ’60, i nipoti della Marchesa Bentivoglio, i Conti Nani Mocenigo cedettero la proprietà ai Signori Mario e Mariella Bolognesi Scalabrin.
Le sorprese del giardino
All’ombra degli alberi secolari che circondano il parco è possibile fare delle piacevoli scoperte.
Lasciando la villa alle spalle e partendo da destra troviamo:
- una ghiacciaia;
- delle finte rovine, tipiche del giardino all’inglese;
- un tempietto dedicato a Sant’Antonio su una collinetta;
- una chiesetta (non visitabile dalla villa) poiché donata alla Chiesa, realizzata da Pietro Selvatico, al cui interno si trova la tomba di Evelina, Almorò III, dei Nani Mocenigo e dei Bentivoglio;
- un teatrino in stile rustico svizzero costruito dai Nani Mocenigo.
Il giardino di Evelina è solo uno dei tanti tesori custoditi nella villa.
Tra le mura sono custoditi infatti anche dei meravigliosi affreschi che rispecchiano la ricchezza dei proprietari che si sono succeduti alla proprietà.
Il giardino romantico all’inglese di Villa Pisani Bolognesi Scalabrin
Solo nel 1852, quando Evelina van Millingen giunge a Vescovana, inizia la trasformazione del giardino. È lei a risollevare lo stato di abbandono e a creare l’aura di aristocratica informalità della “Fattoria del Doge”, dando inizio alla realizzazione del suo “Crispin de Passe”. Così chiamò il suo giardino in onore del famoso botanico fiammingo Crispin van de Passe (1600).
Nata nel 1831 a Pera, antico sobborgo residenziale di Costantinopoli dove sorge il palazzo “bailo” veneziano, Teresa Evelina Berengaria van Millingen era figlia di Julius, medico inglese di antica origine olandese, noto per avere curato ed assistito Lord Byron a Missolungi, e di una colta giornalista francese.
Fanciulla bellissima, Evelina fu mandata a Roma per ricevere una buona educazione dalla nonna. Ritornata a Istanbul, ripartì per compiere un viaggio a Venezia. La sua apparizione in costume orientale al Teatro La Fenice suscitò una grande ammirazione e le aprì le porte della nobiltà veneziana.
L’architettura, le statue e le Fontane
Il giardino di Villa Pisani manifesta in ogni suo elemento le tre anime di Evelina, dovute, una all’educazione discendente dalla sua famiglia di origine (inglese e fiamminga), una al suo paese di adozione da sposa, e una al suo forte legame con la Turchia e alla cultura islamica. La forte radice inglese, che si esprime nel gusto vittoriano mitigato dal rispetto per la secolare storia dei Pisani, si salda con la tradizione del giardino all’italiana e diviene un armonioso incontro tra un impianto fortemente architettonico e la naturalità del parco circostante.
Ma nel giardino sono evidenti i segni che evocano il giardino islamico, come la fontana che sorge al centro dei quattro viali che rappresentano i quattro elementi che governano la vita, l’aria, la terra, l’acqua e il fuoco. Come la presenza dei pavoni di pietra, che sono nella tradizione dei sultani, i custodi della casa, e delle bulbose, specialmente dei tulipani, i fiori di Allah.
Intorno alla metà del 1800 si era affermato, soprattutto in Toscana, il gusto per l’Italianate garden filtrato del gusto Vittoriano. Nel Veneto Asburgico questa tendenza non aveva trovato riscontro se non a Vescovana, dove la proprietaria colta e cosmopolita che poteva vantare tra i suoi ospiti i Principi del Galles, realizzò questo particolare impianto con vasi, statue e fontane, fino a farlo diventare un “unicum” di questa tipologia di giardino.
Il Parco naturale, gli alberi, i fiori
Siepe di tassi topiati in forma di solidi divide “l’immediate garden” dalla prateria e dal parco che è percorso da un viale perimetrale con diramazioni lungo le quali si incontrano in successione: la ghiacciaia naturale, la fontana dedicata alla Symonds, il giardino roccioso (la Mockery), le false rovine (“Tempio di Baal e mura di Gerico”), la Cappella di Famiglia, importante ed unico esempio di stile neogotico elisabettiano realizzata nel 1860 dallo scultore Antonio Gradenigo (scultore per Jappelli nel Caffè Pedrocchi a Padova) su progetto di Pietro Selvatico Estense, il Teatro dell’800 e il Tempietto dedicato a Sant’Antonio.
Ma il capolavoro di questo splendido progetto è la grande quantità e varietà di piante secolari e monumentali, anche non autoctone, le cui dimensioni e chiome fanno di ciascuno un esemplare unico, oltre che storico.
E’ un percorso affascinante, in cui ciascuna pianta dispensa le emozioni più intense: superbe e generose sovrane, esse riconducono al mistero della natura che immobile e viva governa sopra ogni inquietudine e infondono quiete nel gioco di ombre e luci, oscurità e bagliori. Giardino e Parco di Villa Pisani sono la testimonianza della personalità e della fascinazione umana di Evelina Pisani così forte da sentirla ancora presente.
Evelina van Millingen
Nel 1852 Evelina van Millingen sposo’ Almorò III Pisani, l’ultimo Pisani del ramo di Santo Stefano quello che un tempo era il più nobile e ricco. Purtroppo suo nonno Alvise aveva sperperato il patrimonio, tra costruzione di ville sfarzose e il vizio del gioco, comune in famiglia, riempiendo di debiti i Pisani.
La villa di Stra fu venduta a Napoleone nel 1807 risollevando temporaneamente le finanze dei Pisani, ma l’unica fonte di guadagno rimaneva la Villa di Vescovana.
Fu così che entrambi si rimisero all’opera per ridare splendore alla villa ormai in completo abbandono e usata come magazzino agricolo. Persino gli affreschi erano rovinati dall’umidità e dall’incuria. Purtroppo Almorò non riuscì a vedere completata la straordinaria trasformazione, frutto dell’operato dalla moglie.
Morì di cancro il 17 luglio 1880 a 65 anni. Evelina, restata sola, nonostante il dolore, continuò con forza e tenacia a condurre l’azienda agricola riportandola al massimo splendore che raggiunse l’apice nell’ultimo decennio del ‘800.
Giardinity: l’omaggio ad Evelina
L’omaggio alla personalità e al fascino di Evelina è stato fortemente voluto dalla Signora Mariella Bolognesi Scalabrin, attuale proprietaria della villa, che ha creato anche un interessante progetto: Giardinity.
Durante la fioritura, ogni sabato e domenica è infatti disponibile per i visitatori un ricco programma di attività: visite guidate nel parco e nella villa, incontri letterari e culturali, laboratori e attività ludiche per bambini, nonché un’area per Pic Nic.
Puoi consultare maggiori informazioni sull’evento Giardinity
“Le storie dei giardini sono sempre storie di persone,
di chi li ha creati, curati, amati e conservati,
perché il giardino è luogo dell’anima di chi li ha voluti e li vive”
Orari di Visita di Villa Pisani Bolognesi Scalabrin
Il parco e il Giardino storico della Villa rimarranno aperti tutto l’anno, osservando, ogni giorno, i seguenti orari:
Mattino: dalle 9.00 alle 12.00
Pomeriggio. dalle 13.30 alle 17.30
Testo e Foto Erica Zampieri
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