
Una passeggiata a Triora, il paese delle Streghe
Si cela lassù, arroccato a 800 metri nel verde cuore della Valle Argentina, un antico borgo dall’atmosfera magica, sospeso in un tempo che fu ma che è ancora presente in ogni vicolo, pietra e casa: è Triora, il paese delle Streghe, plasmato dalla storia, dalla leggenda e dal sapore buono della tradizione.
Si fa desiderare, tornante dopo tornante, e quando appare all’orizzonte è promessa di scoperta, di meraviglia: il fascino è unico e la sensazione che dona è di quelle mai sperimentate prima.
Borgo tra i più belli d’Italia, Bandiera Arancione del Touring Club, è la meta di chi non ha fretta, di chi ama osservare i dettagli passo dopo passo e apprezza il silenzio dei casolari che, tuttavia, hanno molto da raccontare.
Già, perchè il quieto borgo di oggi deve il suo appellativo a una cruda pagina della storia di fine Cinquecento: proprio qui si svolse uno dei processi più documentati e famosi d’Italia che portò all’accusa e alla condanna di alcune donne tacciate di stregoneria.
E un pizzico di magia aleggia ancora lungo il dedalo di vicoletti e stradine acciottolate, sotto archi e volte dove ogni curva invita a proseguire per ammirare lo scorcio successivo: i segni del passato sono impressi nella pietra e lo sguardo viene subito ammaliato dalle porte dipinte, una galleria d’arte a cielo aperto che ritrae soggetti evocativi quali un lupo che ulula alla luna piena, un gatto nero nel chiarore lunare, figure di streghe… tutto parla di mistero.
Una sosta all’interno dei negozietti del cuore storico di Triora vi permetterà di portare sempre con voi la magia del Paese delle Streghe.
Cosa vedere a Triora, il paese delle Streghe
Il Museo della Stregoneria, dove il passato ritorna
Prima tappa per immergervi a fondo nel passato che diede a Triora il nome di “Paese delle Streghe” è il Museo regionale etnografico e della stregoneria, all’inizio del borgo, in Corso Italia 1.
Vi attende un autentico viaggio a ritroso nei secoli: le sei sale del museo etnografico raccontano, infatti, uno spaccato della vita contadina di un tempo.
La sala centrale raccoglie gli attrezzi utilizzati dai contadini, falegnami, panettieri, e mulattieri che rappresentano il lavoro nei campi e il ciclo del grano.
La sala vicina è invece dedicata al ciclo del castagno, i cui frutti hanno sostentato intere famiglie per moltissimi anni.
È poi il momento di fare una sosta al centro del focolare, tra i mobili della cucina, dove prendevano vita storie e favole tramandate da generazioni: sembra quasi di sentire l’eco di voci antiche e l’aroma delle pietanze della tradizione.
Uno sguardo alle botti nella cantina e poi la discesa nei sotterranei, sede delle carceri, forieri di sensazioni contrastanti: la fedele riproduzione dei documenti conservati presso l’Archivio di Stato di Genova consentono di conoscere i crudeli interrogatori del 1587 e di immaginare la prigionia delle donne accusate di stregoneria.
Le sale del Museo non lasciano indifferenti anche grazie all’iconografia stregonesca che riflette il conturbante fascino del soprannaturale.
La Cabotina: rifugio delle streghe e panorama mozzafiato
A pochi passi dal nucleo medievale di Triora, scendendo lungo un sentiero immerso nel silenzio rotto soltanto dal cinguettare degli uccellini, appare la Cabotina, l’antro delle streghe, umile casolare oggi valorizzato per suggerire le vicende che lo videro protagonista.
Alcuni pannelli esplicativi narrano le attività benefiche delle donne considerate “streghe”, cosa accadeva tra queste mura e la fine delle Streghe di Triora; la figura di una strega con la scopa di saggina tra le mani aggiunge un suggestivo colpo d’occhio all’ambiente.
Oggi poi la vera magia si compie quando lo sguardo vaga e si perde ad ammirare il panorama mozzafiato che si gode da questo punto privilegiato: le Alpi Liguri punteggiate da borghi remoti e il verde sconfinato dei boschi sono un sogno.
Echi di un tempo a Triora
Ogni vicolo scavato nella roccia al Paese delle Streghe è una continua scoperta e il passato si mostra per rievocare ricordi: andate alla ricerca dell’Antico Forno, splendida rappresentazione dei forni di Triora.
Erano quattro i forni del borgo, non soltanto luoghi di lavoro ma anche centro di ritrovo per le massaie che vi si recavano con i caratteristici pani a forma tonda per la cottura in un’atmosfera gioiosa e vibrante.
Ancora oggi il rinomato Pane di Triora è una vera eccellenza del territorio che ha valso al paese l’ingresso nell’Associazione Nazionale Città del Pane.
È un prodotto inimitabile, reso tale dall’aria e dall’acqua della zona: vi attende presso il panificio Asplanato Angiolino, unico produttore del Pane di Triora, con oltre sessant’anni di storia.
Mentre passeggiate, fermatevi anche davanti alla Fontana Soprana, rivestita da lastroni in pietra, la più antica e importante di Triora: un sorso d’acqua pura rinfrescherà anche le giornate più calde.
Il Monte delle Forche: macabro nome ma vera bellezza
Triora non è soltanto il paese delle Streghe ma anche il borgo dei panorami: ve ne accorgerete all’istante, appena arrivati, quando incontrerete la prima piazzola panoramica da cui ripercorrere con lo sguardo la strada che vi ha condotto fin lì.
E, nonostante il nome che rievoca un tragico passato, meta che regala una vista favolosa è il Monte delle Forche, immerso nella tranquillità dei prati e degli abeti, custode di una sorgente di montagna e del soave profumo delle erbette aromatiche.
Dimenticate il traffico, il rumore assordante delle città e rintempratevi osservando Triora dall’alto, la chiesetta di San Bernardo e il raccolto borgo montano di Andagna: difficile tornare indietro.
Articolo e foto di Flavia Cantini
LEGGI ANCHE