
Tour della Bassa Padovana, itinerario #DaiColliallAdige
Un sabato all’insegna della ruralità. Un viaggio attraverso luoghi poco esplorati ma che ai nostri occhi si sono aperti come scrigni colmi di tesori. Alcune località della Bassa Padovana, territorio che si sviluppa a sud di Padova, a est dei Colli Euganei e a pochissima distanza dalle rinomate città termali di Abano e Montegrotto, sono state le protagoniste del press tour al quale abbiamo partecipato. #DaiColliallAdige, questo il nome dell’iniziativa, è stato organizzato dal Gal Patavino per raccontare la Bassa Padovana con modalità inedite. Il press tour rientra in un progetto più ampio di promozione del turismo rurale che accomuna 44 comuni dell’area, e si inserisce nell’ambito del Programma di Sviluppo Locale 2014-2020 del GAL Patavino, con il sostegno del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale e della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.
Itinerario della bassa padovana
Luoghi e monumenti che aspettano solo di essere riscoperti. L’itinerario che abbiamo percorso durante il press tour del Gal Patavino si presta benissimo per una giornata all’insegna della bellezza e di un Veneto inedito. Le tappe che abbiamo seguito, e che vi raccontiamo nei prossimi paragrafi, si trovano tutte a pochissima distanza l’una dall’altra. Villa Widmann Borletti, il primo luogo che abbiamo visitato, dista solo 40 minuti di auto da Padova e 15 da Monselice; distanze che consentono una esplorazione della Bassa Padovana anche in giornata.
Come sempre, speriamo di stuzzicare le vostre fantasie di viaggiatori cercando di trasmettere con le parole almeno parte di quella bellezza.
Villa Widmann Borletti
La splendida Villa Widmann Borletti sorge nel comune di Bagnoli e rappresenta uno dei complessi monumentali più importanti del Veneto.
Ricavata da un edificio precedente, il monastero benedettino di Santo Spirito, la villa conobbe un’importante opera di ristrutturazione e ampliamento nel 1659. L’intervento determinò la costruzione del nucleo centrale della villa, del giardino e del teatro. Nonostante il lavoro così massiccio, ancora oggi sono visibili molti elementi architettonici risalenti all’antico monastero, specie nei soffitti, nelle decorazioni e nei corridoi. Gli attuali proprietari, i conti Borletti, acquistarono la villa dopo la Prima Guerra Mondiale.
La nostra visita durante il press tour si è concentrata principalmente sul giardino e il teatro di verzura, entrambi situati sul lato interno della casa. Una delle peculiarità del giardino, che è popolato da tantissime varietà di piante profumate e siepi, è la fila di statue raffiguranti i segni zodiacali e realizzate dallo scultore veneto Antonio Bonazza. Lo stesso Bonazza ha realizzato anche le statue che rappresentano i personaggi della Commedia dell’Arte collocate nel teatro di verzura, in fondo al giardino. Statue sorridenti e ammiccanti che, ancora oggi, sono pronte ad “animarsi” e trasformarsi in attori in occasione degli spettacoli estivi organizzati dalla villa.
Altri ambienti degni di nota e testimoni della vocazione rurale di Villa Widmann sono gli antichi granai. Spazi immensi ancora oggi utilizzati in occasione di matrimoni, cerimonie e grandi eventi per le aziende.
Il borgo di Pontemanco
La nostra seconda tappa alla scoperta della Bassa Padovana ci ha condotto a Pontemanco, il suggestivo borgo dei mulini, che si trova nel territorio di Due Carrare.
Un borgo di appena 200 abitanti, il cui nucleo centrale si affaccia sul canale Biancolino, le cui rive sono percorribili a piedi e in bicicletta seguendo il tracciato dell’antica Via del Sale e dello Zucchero. Dalla piccola piazza di Pontemanco è ancora visibile uno degli antichi mulini a ruota, la cui attività aveva permesso a Due Carrare di diventare un centro proto-industriale fino alla metà del Novecento.
Ad accoglierci durante la visita, l’atmosfera calda e vissuta degli spazi di Villa Grimani Fortini, splendida villa cinquecentesca abitata dalla famiglia del compositore Carlo De Pirro, scomparso nel 2008.
Subito accanto a Villa Grimani si trova uno il tesoro di Pontemanco, l’Oratorio dell’Annunciata, un tempo ad uso privato della villa ma oggi fortunatamente accessibile a chiunque lo voglia. All’interno del piccolo ambiente spiccano gli affreschi a trompe-l’oeil del Seicento e del Settecento realizzati da Girolamo Cellini, oltre a uno straordinario esempio di soffitto ligneo a cassettoni.
Chiesa di San Biagio di Cornegliana
Il tour “Dai Colli all’Adige” attraverso la Bassa Padovana prosegue con la chiesa di San Biagio di Conegliana, sempre nel territorio di Due Carrare.
La chiesa, come la vediamo oggi, risale al 1943. Prima di allora, il luogo di culto aveva subito diversi interventi di restauro e ristrutturazione, basti pensare che il primo edificio (la cosiddetta Ecclesia di S. Blasii di Corniglana) risale al Duecento. Oggi, la sua facciata romanica custodisce al suo interno una struttura sobria e asciutta a navata unica. Ciò che la rende preziosa è la cappella sulla sinistra, affrescata dal bellunese Gaspare Diziani nel 1752. In particolare, suo è l’affresco raffigurante l’episodio de L’Ultima Cena.
L’altra peculiarità è la rappresentazione delle quattordici stazioni della Via Crucis realizzate da Antonio Bonazza (lo stesso scultore delle statue che si trovano nel giardino di villa Widmann), che seguono il perimetro delle pareti interne della chiesa e che sono scolpite sul marmo bianco di Carrara.
L’Abbazia di Santo Stefano
Il nostro itinerario della Bassa Padovana ci ha condotto infine al cospetto di un edificio dalle origini antichissime.
L’Abbazia benedettina di Santo Stefano fondata da Litolfo da Carrara, la cui prima struttura risale al 1027, ma che probabilmente poggiava su una chiesetta ancora antecedente. Del complesso dell’abbazia, che fu demolito nel Settecento, oggi rimangono la chiesa, il campanile e l’edificio che ospita la casa del sagrestano. Al centro della piazza, che un tempo era il chiostro dell’abbazia, si trova un antico pozzo. La facciata attuale deriva dall’opera di ristrutturazione compiuta dall’architetto Camillo Boito nell’Ottocento.
Nel periodo della sua massima potenza, il complesso attirò l’attenzione di molte famiglie nobili italiane. In particolare, la sua storia si intreccia a quella dei Medici di Firenze: Ferdinando, alla fine del Cinquecento, ne fece una delle sue residenze. Lo stemma dei Medici è infatti ancora visibile sulla parete di uno degli edifici della piazza.
L’interno della chiesa spicca per i bellissimi mosaici del X-XI secolo, che coprono parte dei pavimenti di fronte all’altare, ma che un tempo dovevano ricoprire l’intera navata. I mosaici, emersi in seguito ad alcuni scavi, richiamano visibilmente lo stile artistico ravennate. L’altro elemento che impreziosisce l’interno della chiesa è il bassorilievo in terracotta policroma raffigurante il Cristo in pietà tra la Vergine e San Giovanni e realizzato nel Quattrocento da Andrea Briosco (noto come Il Riccio).
Articolo di Velia Ivaldi
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