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I Parchi letterari® in Italia: un viaggio tra bellezza e prodotti tipici

Luoghi geografici e della memoria in un progetto di valorizzazione che comprende anche la tradizione enogastronomica

Sono sul divano e sto leggendo Canne al vento del premio Nobel Grazia Deledda. Ad un certo punto compare Don Predu e “dalla sua bisaccia a fiorami usciva l’odore del gattò che portava in regalo al rettore suo amico”. Come sempre, nella fantasia del lettore e quindi anche nella mia, prendono forma i personaggi, i profumi e anche luoghi descritti, ma cosa accadrebbe se quei piatti e quel territorio non fossero solo immaginati dalla mente dell’autore ma si potessero veramente visitare? Vi trovereste in uno dei 26 Parchi Letterari® italiani.

Parchi Letterari® in Italia sono  “Città e villaggi ma anche paesaggi e campagne raccontati in un testo che diventano patrimonio culturale e ambientale da proteggere, valorizzato e reso fruibile ai visitatori attraverso un viaggio nella letteratura e nella memoria per mezzo di attività culturali e manifestazioni ideate per far conoscere gli scrittori e i loro luoghi di ispirazione”, come potete leggere nella home page del sito a loro dedicato 

Parchi letterari in Italia e prodotti tipici del territorio

Descrizioni celebri di momenti di preparazioni di piatti, di tavole imbandite in locali di borghi o città sono molto ricorrenti in tantissime opere, spesso e volentieri descrivono anche un territorio, di cui il cibo è una delle più tipiche espressioni.

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Sardegna e Grazia Deledda

E allora si può arrivare in Sardegna, in cerca non solo di un bella spiaggia o di un affascinante paesaggio, ma anche Nuoro, città natale di Grazie Deledda, nel Parco Letterario a lei intitolato soprattutto per la sua opera Canne al vento che qui è ambientata. 

E allora si finisce a cercare una corrispondenza tra realtà e quelle immagini che ci siamo creati nella nostra mente, scenografie reali in cui si muovono personaggi inventati, ma che prendono spunto dal vissuto dell’autrice. Una giovane donna che di giorno insaccava carni e la sera nella sua camera si faceva rapire da Tolstoy. 

E allora, eccolo il don che gira l’angolo di una strada di Galtelli e quel “gatto’”, è il dolce “Su coro de sa cuffitura” fatto con miele, mandorle tostate, fili di arancia e limone che però era tipico di occasioni speciali. Un regalo prezioso, e infatti il don lo porta a una personalità di spicco, ma che potete ancora oggi assaggiare se andate in uno dei tanti locali che propongono addirittura i Menu Deleddiani. 

Il cibo qui descritto quindi parla anche di usi, di tradizioni, di costumi che nell’epoca della globalizzazione non vanno assolutamente dimenticati. Luoghi descritti e luoghi raccontati, letteratura come luogo della memoria insomma, per ritrovare le proprie origini e non dimenticare la storia.

Cucina, memoria ed identità culturale

Del resto, facendo un po’ di zapping alla tv mi colpisce molto l’alta percentuale di programmi televisivi dedicati al cibo: tra nouvelle cuisine, cucina molecolare o piatti tradizionali, sembrerebbe che il cibo sia ormai diventato un argomento modaiolo che impazza anche nella realtà con l’apertura di locali sempre più eclettici. Ciò che accomuna queste varie forme di attenzione è ovviamente il cibo stesso e quello che rappresenta, in un modo o nell’altro: identità culturale. 
Per la serie, dimmi quello che mangi e ti dirò chi sei e dove vivi o dove vive il personaggio del romanzo che più ti piace.

Ruolo dei Parchi letterari in Italia,infatti, è anche quello di salvaguardia non solo di territori e paesaggi descritti nelle opere, ma anche tutto ciò che vi si trova e che lo caratterizza e che lo rende unico, il genius loci

Parchi letterari italia

Ma tornando al binomio cibo e memoria, del resto a chi non viene in mente una scena che potremmo dire cult, rubando una parola cara al cinema: la piccola madeleine  inzuppata in un infuso, il suo sapore e il suo profumo che creano una sorta di scossa elettrica nella mente di Proust? Si apre una miriade di ricordi che l’autore deve condividere con noi con il potente mezzo della scrittura, proprio come ce la offrisse su un piattino, affinché diventiamo  suoi compagni di merenda e possiamo  inzupparla anche noi. Del resto il termine “compagno” è una parola composta da cum «insieme con» e panis «pane», «colui che mangia il pane con un altro», che ci ricorda il piacere di stare assieme e della condivisione.

Sicilia  e Giovanni Battaglia

È  dedicato alla memoria il Giardino di un altro dei Parchi letterari in Italia, precisamente in Sicilia, tra Cefalù e le Madonie, alle spalle del meraviglioso scenario del Monte San Calogero. Siamo ad Aliminusa, chiamata Ali’ da Giovanni Battaglia, poeta a cui è dedicato il parco e la cui poesia era apprezzata da Leonardo Sciascia . Nei suoi testi si apre un universo di personaggi semplici e generosi, come semplice e generosa era ed è la cucina tipica, legata ancora all’importanza della natura e dei suoi cicli, dando valore quindi ai prodotti stagionali che troviamo nelle specialità  locali,  come le sarde a beccafico e la “frittedda” con ortaggi come fave e piselli o carciofi.

Nel casentino con una nonna

Ma I Parchi Letterari® valorizzano ogni tipo di autore e ogni tipo di espressione della scrittura, addirittura delle favole, come quelle raccontate nell’opera di Emma Perodi, Novelle della nonna, una raccolta di 45 novelle divise in 4 parti, proprio come quattro stagioni del lavoro contadino. Ritorna il tema della condivisione, del racconto nei giorni di festa, magari nell’aia o vicino al fuoco “nel piccolo borgo sulla via di Camaldoli” a Farneta.

Un gruppo di ragazzi di un istituto ha scritto il libro delle ricette dei piatti presenti nei racconti, divisi in quattro diversi menù, uno per stagione. Si tratta di ricette ben conosciute perché  ancora oggi rappresentano le tipicità del casentino, ma che hanno voluto analizzare dal punto di vista storico, perché imparando quanta storia ha un piatto lo assapori diversamente. 

La letteratura, quindi, ci aiuta a scoprire o riscoprire un territorio, perché questo sia unico, inimitabile e non duplicabile, dà lo stimolo ad andare a visitarlo e gustarlo, riscoprendo così anche l’identità di quel luogo.

parchi letterari italia e pasta senatore cappelliVisite guidate dell’occhio e del gusto in Irpinia

Ecco perché se comprate la pasta del Senatore Cappelli in Alta Irpinia, sulla confezione, al posto dell’etichetta, vi troverete scritto un testo tratto da La Giovinezza di Francesco de Sanctis a cui è dedicato il Parco Letterario della provincia di Avellino. Tante sono le iniziative di visite guidate nei luoghi dell’autore per conoscere meglio la terra, i cui prodotti troverete poi non solo nei suoi libri ma anche nei piatti e nei ristoranti con menu letterari: “Venne il settembre e zio veggendomi così scheletrico , volle farmi bere un po’ d’aria nativa. […] La sera ci fu gran pranzo, coi soliti strangolapreti, e il polpettone, e la pizza rustica, e altri piatti di rito.” 

Tutto questo è rivolto non solo al visitatore, o al turista, ma anche al residente, perché in fondo mangiare non è solo nutrirsi per vivere.  A tavola e in cucina si svolgono spesso eventi importanti nella storia narrata: vengono descritti ingredienti da chi sta cucinando, cosa stanno mangiando e cosa stanno provando. Si configura anche come un invito a prendere più tempo per assaporare i piatti, da un lato conoscendo meglio la loro storia e, dall’altro, riscoprendo il valore di alcune opere letterarie.

 

LINK UTILI

Sul tema del binomio tra cucina e letteratura vi segnalo il libro di Céline Girard, Menù letterari, le ricette dei romanzi (e non solo), edito da Franco Cesati Editore.

Sul sito dei  Parchi Letterari in Italia si trovano i riferimenti specifici ai parchi citati nell’articolo e agli altri.

 

Articolo di Claudia Baldin

 

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