
Offella, una dolce emozione della tradizione veronese
Devo essere sincera, non vado a Verona molto spesso, diciamo non quanto vado a Padova o a Venezia, però ogni volta che ci arrivo trovo sempre qualcosa che mi stupisce.
Verona la si può girare tranquillamente a piedi, sia che si arrivi in macchina sia che si arrivi in treno.
Ma questa è un’occasione speciale, sono diretta a Verona per conoscere l’Offella.
Le origini
Per capire la storia dell’Offella ed apprezzare profumi e sapori dobbiamo sapere che prima dell’Offella è nato il Nadalin, un dolce a forma di stella a cinque punte ottenuto con pochissimi ingredienti; acqua, farina, uova e strutto (poi sostituito dal burro).
Lo si lasciava cuocere dopo un veloce lievitazione. Era il dolce di Natale, quello a cui nessuno poteva rinunciare. Ma come tutte le storie intriganti che si rispettino, anche qui c’è un però: essendo il Nadalin un po’ troppo secco e poco lievitato all’assaggio, un giovane pasticcere decise di variarne la ricetta. Nacque così l’Offella.
Quest’ultima è un tripudio di burro e zucchero che, grazie alla lunga lievitazione lenta e naturale e all’impasto tenero, ha conquistato il cuore dei veronesi.
La tradizione dell’Offella
La ricetta è datata 1 ottobre 1891, quando Giovanni Battista Perbellini dà vita al “capostipite dei dolci lievitati di Verona”.
Ma come mai l’Offella non ha avuto il trionfale successo del Pandoro? Il Pandoro è il prodotto più rappresentativo e noto di Verona, mentre l’Offella è di nicchia, anche perché più costosa, dunque per pochi.
Non appena si scarta l’Offella, una serie di profumi invade i nostri sensi, uniti alla freschezza delle uova e alla cremosità del burro. La consistenza è unica, un soffio di leggerezza.
La lavorazione, fatta ancora artigianalmente come una volta, fa sì che il prodotto preservi tutte le caratteristiche di freschezza e fragranza, l’elite dei grandi lievitati sicuramente da provare.
Seguite l’itinerario di Velia per scoprire Verona e fermatevi alla Pasticceria Scarpato per assaggiare l’Offella, ne resterete piacevolmente affascinati.
Buona dolce gita a Verona!
Articolo di Erica Zampieri
Immagini della fotografa Sara Vigo @saravigophotography
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