
I piatti vegetariani da mangiare in Toscana
Spesso, quando pensiamo alla cucina tipica della Toscana, immaginiamo dei grandi piatti di carne da accompagnare con un buon bicchiere di Chianti Classico o di Rosso di Montepulciano. Nulla di più facile, mi viene da dire, ma vale la pena di ricordare quanto la Toscana sia anche terra di ricette vegetariane. Piatti della tradizione, che arrivano sicuramente da tempi in cui non si sceglieva di non mangiare carne ma ci ritrovava con una dieta data dal ciclo della natura e da quanto fosse presente nei campi.
La cucina toscana vegetariana
Ancora prima di essere terra di allevamento di grandi razze bovine, la Toscana è terra fatta di campi e di agricoltura. È proprio da lì che si va ad attingere per trovare le ricette vegetariane della tradizione. Eccone alcune.
La pappa col pomodoro
Dite la verità: non appena avete letto il titolo di questo paragrafo, vi siete messi a cantare. Soprattutto se avete dai 40 anni in su. La pappa col pomodoro è stata resa famosa da Rita Pavone nei panni di Giamburrasca ma si tratta, per davvero, di qualcosa di molto celebre e diffuso in molti posti in Toscana. Di cosa si tratta? Per ridurre la ricetta ai minimi termini, posso dire che si tratta di pane raffermo, ammollato in brodo vegetale e condito con un sugo di pomodoro ben saporito. L’ingrediente fondamentale è proprio il pane toscano, non salato.
La panzanella
Altro piatto vegetariano toscano a base di pane raffermo. La panzanella è un’ottima pietanza da preparare in estate. Qualcuno che conosco dice che è più buona uno o due giorni dopo l’averla preparata e lasciata riposare. Che cos’è la panzanella? Si tratta di un piatto composto da cipolla, pane raffermo, pomodori e basilico. Viene tutto spezzettato e posto in una terrina e lo si condisce con olio e aceto. Io, per mio gusto, ci metto il limone al posto dell’aceto.
La ribollita
Un altro piatto che dà il meglio il sé il giorno dopo la sua preparazione è la ribollita, la regina delle zuppe toscane. I suoi ingredienti chiave sono i fagioli (borlotti e cannellini) e il cavolo nero. La ribollita nasce sempre dalla tradizione contadina e deriva dal fatto che, un tempo, si ribollivano vari avanzi preparati durante la settimana. Solitamente veniva preparata per il venerdì, in cui si mangiava “di magro”. Il risultato è una zuppa che diventa firma della famiglia stessa che la prepara: ognuno ha la sua versione ma cavolo nero e fagioli non devono mai mancare.
I pici all’aglione
Dopo vari piatti a base di pane, eccone uno a base di pici, pasta fresca tipicamente toscana. A condire i pici ci pensa l’Aglione della Val di Chiana, un prodotto dal gusto spettacolare. Come si condiscono i pici? Semplice: si prepara un sugo di pomodoro – chiamato però sugo all’aglione – con un bel po’ di aglione della Val di Chiana. Il sugo risulta leggermente piccante ed è un vero e proprio spettacolo.
Articolo e foto di Giovy Malfiori
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