
Gita a Monte Isola, scorci del lago d’Iseo
Diretta verso la Francia, ho fatto tappa sul lago d’Iseo, per poter degustare un buon calice di Franciacorta ghiacciato, seduta in riva al lago. Non è la mia prima visita da queste parti, cerco di fermarmi sempre quando passo di qui. L’atmosfera che si respira è di pace e relax, soprattutto nei periodi non di forte afflusso turistico.
A chi non fosse mai stato sul lago d’Iseo consiglio di programmare assolutamente un week-end. Fare il giro del lago è proprio entusiasmante, si scoprono paesetti deliziosi, ristoranti e cantine che hanno fatto di questa terra un patrimonio italiano per l’enogastronomia.
Decido che la mia meta sarebbe stata Monte Isola, una splendida isola in mezzo al lago d’Iseo che fa capo alla provincia di Brescia e raggiungibile in traghetto. La traversata è veramente breve, qualunque sia il punto di partenza. Io decido di prendere il traghetto a Sale Marasino.
Avvicinandosi all’isola, il panorama che ci si presenta è da togliere il fiato. Scendendo dal traghetto, la sensazione è subito di pace e tranquillità, sembra che qui il tempo si sia fermato. La città, le strade, lo stress e la frenesia sono lontane 1000 miglia, qui si ritorna in contatto con la natura, e il lago ne è il custode.
Come arrivare a Monte Isola
In Europa sono presenti isole lacustri di maggior estensione, come l’isola di Visingso nel lago svedese di Vättern (24 km²) e l’isola artificiale di Sääminginsalo, ma Montisola è la prima come altezza sul livello del mare, raggiungendo un’altitudine di 600 m s.l.m.
L’isola è raggiungibile in traghetto dalla sponda bresciana; i principali approdi sono i porti di Sulzano e Sale Marasino dai quali si raggiungono rispettivamente le frazioni di Peschiera Maraglio e Carzano. L’isola è raggiungibile anche dalla sponda bergamasca partendo da Tavernola Bergamasca con collegamenti giornalieri.
La circolazione è consentita unicamente ai motocicli dei residenti ed è proibito trasportare veicoli a motore. È possibile spostarsi tramite biciclette o utilizzando il servizio pubblico di autobus.
Completamente boscosa nell’antichità, Montisola possedeva un tempio pagano sulla sua cima. Sull’isola è attestata la presenza di ville d’epoca romana.
La storia di Monte Isola
Nel V secolo d.C. fu cristianizzata dal vescovo bresciano San Vigilio. Nel Medioevo fu contesa da varie signorie, il territorio fu assegnato dai longobardi al monastero di San Salvatore; in seguito, i cluniacensi vi insediarono un monastero e avviarono, intorno all’anno mille, la fabbricazione di reti, che prosperò lungo i secoli successivi.
L’isola vide dapprima nascere borghi agricoli nelle posizioni più elevate e, in epoca successiva, borghi di pescatori lungo la costa. Verso il secolo XIII, a difesa del territorio bresciano, gli Oldofredi vi costruirono un castello (ora rocca Martinengo, di proprietà privata). Fu infine trasformata in feudo dalla Repubblica di Venezia.
Tradizione di una delle frazioni dell’Isola è la festa di Santa Croce di Carzano, in cui tutto il paese viene addobbato con fiori fatti a mano e rami di pino; la festa ebbe origine nel 1836 per celebrare la fine di un’epidemia di colera.
Fino al 1928 Montisola contava due comuni: Siviano e Peschiera Maraglio. A seguito della fusione avvenuta nel 1929, il comune è stato denominato Monte Isola, formato da diverse frazioni: Siviano (sede comunale con le scuola elementare e media e l’ufficio postale), Carzano, Novale, Porto di Siviano, Masse, Sinchignano, Olzano, Sensole, Peschiera Maraglio, Senzano, Menzino, Cure.
Monte Isola ha una secolare tradizione nella fabbricazione delle reti da pesca e nella costruzione delle barche in legno. Fino agli anni settanta del novecento si trattava infatti di uno dei principali produttori mondiali di reti da pesca, ma successivamente ha subito la schiacciante concorrenza dei fabbricanti industriali giapponesi. Ancora oggi, tuttavia, è possibile vedere quanto resta di quella nobile tradizione artigianale, soprattutto nella frazione di Peschiera Maraglio.
L’isolotto di San Paolo
L’isola di San Paolo è una piccola isola che sorge nel lago d’Iseo, insieme all’isola di Loreto e a sud della ben più estesa Monte Isola. È di proprietà privata.
Nel 1091 l’isolotto, che era sotto il controllo della nobile famiglia Mozzi, venne donato al monastero cluniacense di San Paolo d’Argon, in val Cavallina, che vi istituì un priorato.
Il monastero passò in seguito alla nobile famiglia Fenaroli di Pilzone, che successivamente lo cedette ai frati minori, i quali eressero un monastero forse intorno all’anno 1490. L’osservante Alessandro Fenaroli, morto il 15 agosto 1525 è sepolto nella chiesa di San Paolo sull’isola.
La famiglia Fenaroli mantenne il patronato sul convento (facendo dipingere nel chiostro il loro blasone) mantenendo il beneficio sino alla soppressione nel gennaio 1783. In quell’anno i 14 frati vennero trasferiti al convento di San Francesco a Iseo e l’isola venduta a privati.
Secondo alcuni sembra che l’isolotto verso la fine dell’800 fosse raggiungibile in alcuni periodi dell’anno a piedi da Sensole sul Monte Isola.
L’isola viene acquistata dagli attuali proprietari, i Beretta, e sistemata dall’architetto Dabbeni.
Una caratteristica locale consiste nello stendere a seccare al sole i persici, gli agoni (localmente, ma impropriamente, chiamati sardine) e le alborelle sugli archi di legno; la tradizione di seccare il pesce al sole su appositi sostegni sopravvive persino nel cognome Archetti, il più diffuso in tutta l’isola.
Monte Isola non ha solo una cucina di pesce, nelle frazioni collinari infatti (in particolare a Masse e Cure) si produce un salame a grana grossa.
Da Sale Marasino in pochi minuti di traversata si è a Monte Isola. Vi invito a noleggiare delle biciclette e fare il giro dell’isola, ci sono dei punti panoramici veramente meravigliosi. Questa volta non l’ho fatto avendo poco tempo ma il panorama che si gode da lassù merita la faticaccia.
Dove mangiare a Monte Isola
Fedele alla mia filosofia, essendo orgogliosissimo membro di Slow Food, cerco sempre di fermarmi in locali che possano proporre prodotti di nicchia tipici del territorio in cui mi trovo.
Girovagando in rete mi imbatto nella Locanda al Lago e scopro che è presidio Slow Food per la Sardina Essiccata, quindi questa è la scelta migliore per me.
Da qualche anno è attivo il progetto Nutrire la Franciacorta, è il progetto di riqualificazione e valorizzazione delle filiere agroalimentari tradizionali d’eccellenza della Franciacorta per mettere in rete e dare voce ai piccoli produttori ed affiancare ad un ottimo vino un cibo di altissima qualità.
Siamo accolte in una splendida terrazza/palafitta direttamente sul lago, dove si pranza con questa vista meravigliosa.
Naturalmente, il nostro pranzo non poteva che essere a base di pesce di lago e dal loro prodotto di punta, la Sardina Essiccata. Partiamo quindi con l’antipasto tipico “Selezione di lago”, che comprende un equilibrato mix di sapori: dal delicatissimo carpaccio di trota, un leggero patè di tinca, un filetto di coregone in carpione delicato e i più gustosi e saporiti sardina e cavedano rigorosamente accompagnati da polenta abbrustolita.
Per quanto concerne i secondi piatti, anche qui utilizzano tutto quello che il lago regala, scelta obbligata la frittura di lago, ottima e per niente unta.
Meritano una nota anche i contorni dove, oltre ai classici, trovano spazio le patatine sfogliate, patatine fresche come quelle che si cucinavano in casa una volta.
Il tutto, innaffiato immancabilmente da un ottimo calice di Franciacorta.
Ma la strada che abbiamo davanti è ancora lunga e, terminato il pranzo, siamo costrette a rimetterci in moto. Per chi ama viaggiare ed ammirare le bellezze del nostro paese non può non fare tappa a Monte Isola, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato.
Articolo di Erica Zampieri
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