
Galzignano Terme: un nome, due anime
Quando organizzo un programma di visita guidata sui Colli Euganei ai miei gruppi, sto molto attenta a “dosare” bene gli ingredienti, proprio come per creare un buon piatto. Ovviamente sono gli ospiti che mi danno le indicazioni di massima in base ai loro gusti, così le cose da conoscere sono sempre tante e mai abbastanza.
Ecco, dunque, che ho accolto la nuova sfida di conoscere meglio Galzignano Terme. E ho scoperto molto di più, un luogo con almeno due anime!
Una è legata alla cultura, tra letteratura, tradizioni, storia e architettura, mentre la seconda è la natura che si declina in splendidi sentieri, nell’acqua di sontuosi giardini e nel prezioso fango per rigenerarsi.
Pronti, partenza… via! Il Museo dei Colli Euganei
L’ideale punto di partenza per farsi un’idea di questo territorio è il Museo dei Colli Euganei che è anche un bellissimo simbolo: l’edificio in cui si trova, una volta ospitava le scuole del paese, costruite grazie ad un lascito economico di un cittadino. Il museo che ne occupa oggi le sale è proprio il frutto di tante altre donazioni di cittadini di Galzignano che hanno voluto condividere così parte della loro storia.
Ceramiche, oggetti di uso comune, quadri, statue raccontano di un passato che però è ancora vivo in pietre e edifici, ma anche in tante persone. Non può mancare un tocco di modernità, grazie a un percorso con QRcode a più tappe in cui alcuni personaggi raccontano i vari aspetti di questo territorio (ci sono anche io, che emozione!).
Senza dubbio è affascinante il lavoro realizzato con il digitale sul Monastero della Trinità che oggi è un ristorante: partendo da tesi di laurea e studi approfonditi, sono riusciti a ricreare il suo aspetto originale del XIV secolo! Si vedono così ricollocati al loro posto i lacerti di affreschi dell’antica chiesetta, che per fortuna si sono salvati e si trovano oggi al Museo Nazionale Atestino. Grandi e piccini possono trovare tante curiosità sulla geologia e la storia delle acque che attraversano ancora questo territorio e sulla fauna, in un percorso espositivo che permette di vedere i tantissimi animali locali. È possibile anche partecipare a tanti interessanti laboratori organizzati dal Museo stesso. Vi suggeriamo di seguire anche la pagina Facebook.
Tra calti e corti…
Passeggiando nel centro abitato, si vedrà che non c’è una matrice originale vera e propria.
Oggi la parte pianeggiante, ampiamente bonificata dai veneziani nel 1500, ospita il nucleo più moderno, mentre le prime abitazioni si erano sviluppate lungo i calti, cioè i piccoli corsi d’acqua a carattere torrentizio che scendono ancora oggi dalle colline e che costituivano un punto strategico, le ville stavano all’asciutto nella fascia pedecollinare, mentre per il resto vi erano dei raggruppamenti spontanei di case che si sono organizzati in corti che in alcuni casi si riescono ancora oggi a decifrare nel moderno tessuto edilizio. Un bellissimo esempio di corte che oggi è un B&b è Corte Sisanda, in cui Ugo e Elisabetta accolgono i loro ospiti.
… Mazze da golf e un tuffo in piscina!
Con mazze non intendo un corpo contundente, ma semplicemente quelle del golf! Infatti, Galzignano Terme ha il primo golf club nato a Padova nel 1962, con un percorso creato dall’architetto inglese John Harris che oggi comprende 27 buche, immerse in un parco di 8000 alberi e cespugli, tra laghetti e zone di sabbia.
Questo però non è in realtà l’unico campo da golf. Presso Galzignano Resort Terme & Golf c’è un piccolo campo pratica con 9 buche, un’attività che si aggiunge alle piscine termali, al centro di medicina integrata, il centro benessere e spa in 4 hotel a 4 stelle per un soggiorno da mille e una notte. Il segreto è l’acqua che arriva caldissima negli hotel, più di 80° e che resta a contatto con l’argilla dei Colli Euganei per circa due mesi, durante i quali si crea il “miracolo”: un processo chimico crea i cianobatteri e le diatomee che sono responsabili delle proprietà terapeutiche e di salute preventiva del fango, l’oro grigio delle Terme.
Gambe in bici!
Il modo ideale per avere una panoramica di questo territorio secondo me è la bici. Si può noleggiare proprio nel bike point di questi hotel, oppure si può partecipare ad una delle tante visite organizzate con i miei colleghi, guide naturalistiche e cicloturistiche, che vi accompagnano in sicurezza a scoprire la storia di questi luoghi.
Un giro che abbiamo messo a punto con Stefano, guida di A perdifiato, prevede come punto di partenza proprio il Museo stesso, nei pressi del quale si trova un ampio parcheggio, ma anche un innovativo bike wash con alcuni comodi servizi, come il controllo gomme.
Si può raggiungere così la cosiddetta l’antica chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta posizionata su un piccolo colle, dietro al quale si imbocca una suggestiva via che in un piacevole saliscendi segue un tracciato che poteva essere una diramazione della via Annia, che congiungeva Galzignano con la vicina Montegrotto Terme.
Si arriva così in località detta “Porto”: qui, infatti, un tempo la navigazione fluviale era molto attiva grazie ad alcuni navigli che collegavano il borgo con le vicine Battaglia Terme, Monselice e Arquà Petrarca. Attraversata la località, si segue una ciclabile che costeggia i cosiddetti “bacini”, due specchi d’acqua che oggi sono un’interessante oasi naturalistica. Si arriva così in località Civrana, dal nome della villa nel cui parco oggi si trova il resort alberghiero. Passando in mezzo alle “valli”, cioè delle zone bonificate si raggiunge il campo da Golf e la località Valsanzibio. Qui è possibile riconoscere la torre Colombara la cui storia è narrata all’interno del museo e che è aperta per alcune visite didattiche ed eventi privati. Prima di rientrare al punto di partenza, non può mancare una visita alla Villa Barbarigo, oggi Pizzoni Ardemanni.
Una villa veneta, un giardino simbolico, un percorso verso la salvezza
Ricordo con affetto un gruppo dalla Lombardia che aveva visitato tutta Europa, ville, castelli e giardini, ma quella volta mi sono imputata: dovete vedere anche questo giardino di villa Barbarigo!
Loro erano un po’ reticenti, un altro giardino… Ma una volta usciti mi hanno detto che sarebbe stato un grosso errore non visitarlo! Penso che tutti i luoghi siano diversi perché esprimono in genius loci di quel posto e di quella epoca, ma che possono insegnarci ancora oggi qualcosa.
Si può entrare qui e perdersi nei viali alberati, fare una sosta picnic nell’area attrezzata, giocare nel labirinto, guardare i coniglietti sulla loro isola, fare foto nelle peschiere con cigni e tartarughe. Oppure si può essere accompagnati alla scoperta non solo dello straordinario patrimonio arboreo, ma anche del suo significato simbolico.
Infatti, tutto è stato creato ispirandosi alla vita di un membro di questa famiglia, Gregorio Barbarigo, vescovo e poi santo, che amava trascorrere qui il suo tempo libero. Ecco, dunque, che un percorso interno all’interno delle varie aree del giardino, ripercorre le tappe della sua vita, lasciata la casa paterna “il palazzo di verzura”, passa per un’esperienza di “eremitaggio”, da cui viene letteralmente tolto a forza per dedicarsi invece alla carriera ecclesiastica.
Gli ospiti della villa non la possono raggiungere subito, devono fare un percorso si potrebbe dire detox, passando nel labirinto per lasciare i vizi ed accumulare vari livelli di virtu’, come un videogioco. Superando l’immanenza e la continenza, dall’isola dei conigli alla statua del tempo, passando davanti ai giochi d’acqua si arriva così alla salvezza, davanti alla villa. Non mancano significati ermetici di messaggeri statue e sonetti scritti sui gradini! Segnalo anche l’area gioco per gli amici a 4zampe, area pic nic e una zona attrezzata con un bar.
La via Delle Due Mura e il giro dell’antica chiesa
Grazie al Museo dei Colli Euganei ho scoperto la Via delle Mura e devo dire che è una passeggiata molto suggestiva e che consiglio. Si possono seguire le indicazioni qui.
Il nome deriva semplicemente dal fatto che il sentiero è delimitato oggi da due mura che a tratti sono solo muretti, a tratti diventano più alte a delimitare per esempio i giardini pensili di alcune delle ville che vi si affacciano.
Un tempo invece era un passaggio quasi invisibile, in mezzo a siepi e rovi che costituivano parte dei broli delle ville ed era usato solo dagli abitanti per recarsi a messa nella vicina chiesa di Santa Maria Assunta.
I broli ora sono molto più limitati, ma il paesaggio è ancora molto suggestivo e si cammina in un silenzio rilassante, in mezzo agli ulivi tra villa Saggini di impianto della prima metà del Cinquecento ma realizzata nelle attuali forme a fine Seicento e villa Maria, di metà Seicento su impianto di inizio Cinquecento, di cui si affaccia sulla strada anche l’oratorio privato.
Si arriva così all’attraversamento pedonale per lasciare la via ed inoltrarsi nella salita alla chiesa antica. Quella che si vede oggi in realtà è del 1600, ma il documento più antico che nomina la chiesa è del 1077, mentre un altro del 1117 rivela che era dedicata a Maria. Da qui si può godere di uno splendido panorama, seguendo poi le indicazioni che consentono di imboccare due sentieri che portano di nuovo al centro abitato più moderno.
All’inizio della via e alla pieve sono state posizionate anche due targhe letterarie del Parco Letterario Francesco Petrarca e dei Colli Euganei.
Un boccone di cibo, un sorso d’arte e di vino
In tutto questo peregrinare, non può mancare una degustazione in cantina e un buon pranzetto.
Io mi sono fermata alla cantina Pianzio, che prende il nome dalla vallata in cui si trova, ben esposta al sole ed in mezzo ad una natura rigogliosa. 15 ettari di cui 12 vitati, con terreni prevalentemente marnosi e ricchi di scaglia rossa, particolarmente vocati ai vini bianchi, producono vini DOC E DOCG tipici dei Colli Euganei, fanno parte di Strada del vino dei Colli Euganei e del Consorzio Vini DOC.
Se invece siete piu’ affamati, vi consiglio il ristorante Convivium, in cui la buona tavola è allietata anche dall’accoglienza di Celeste, Louis e Luciano Ottolitri. Loro potranno così raccontare anche a voi le numerose visite di artisti e scrittori che non hanno solo mangiato: si sono divertiti a lasciare alcuni disegni che oggi trovate negli “artistici” menù. Tra loro c’era anche il giornalista e scrittore Dino Durante, indimenticato ideatore con Missaglia di un particolare almanacco umoristico in lingua veneta “Lo strologo”, che ora è quasi introvabile, ma per fortuna ne ho alcuni preziosi numeri. Pensate che aveva addirittura fondato la pazza repubblica detta “di Valpianzio”, che aveva come confini quelli di casa sua, ma con una propria moneta, una sorta di statuto e ne era segretario proprio Luciano, che ve ne parlerà volentieri portandovi magari dell’ottima soppressa e olio del loro frantoio di famiglia Colli del Poeta.
Una tira l’altra: le sarese (ciliegie)
Nel momento in cui scrivo, maggio è al termine e sta arrivando giugno, con lui il mio frutto preferito, la saresa, come chiamiamo noi in dialetto le ciliegie.
Il Veneto, infatti, è una delle regioni italiane con la maggior produzione di ciliegie con diverse qualità: da quelle di Marostica a quelle dei Colli Euganei.
Le nostre sono prodotte qui da secoli, ottenute da varietà Bigarreau, Bigarreau Moreau, durona classica e precoce, durone di Vignola, e altre spontanee della zona, ma soprattutto qui a Galzignano sono una De.co., una denominazione comunale. Sono ricche di principi nutritivi, come minerali e zuccheri ma poche calorie, si mangiano fresche o sotto spirito, candite, marmellate.
La Festa dea saresa è il 2 giugno 2022 e riprende quest’anno grazie alla locale Proloco, con visite guidate, lezioni di yoga e tanto cibo a base di ciliegia ovviamente!
Articolo di Claudia Baldin
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