
Cosa vedere a Domodossola, amore a prima vista
A volte capita di scegliere per le vacanze una meta per pura curiosità e poi innamorarsene a prima vista e arrivare a definirla il proprio “luogo del cuore”.
A me è accaduto con Domodossola, la città più importante dell’altrettanto spettacolare Val d’Ossola, un territorio ricco di bellezze paesaggistiche per gli amanti della montagna e di un patrimonio folkloristico e leggendario che vale davvero la pena conoscere.
Eccellente base per andare alla scoperta di fiabeschi borghi alpini e percorsi mozzafiato, dona a sua volta innumerevoli scorci e chicche indimenticabili.
L’abbraccio delle verdi vette, il centro storico pedonale, le fontane da cui sgorga limpida acqua fresca sono le prime immagini che mi tornano in mente e che considero veri fiori all’occhiello.
Ed è con immenso piacere che “riavvolgo il nastro” dei ricordi per raccontarvi cosa vedere a Domodossola.
Cosa vedere a Domodossola
Tutto il fascino del Borgo della Cultura
Il centro storico di Domodossola, prezioso “Borgo della Cultura” grazie a un attento lavoro di riqualificazione architettonica, restauro e pedonalizzazione, è il punto di partenza indiscusso per apprezzare l’atmosfera unica e vibrante della città, la zona che mi ha incantato e fatto sognare e dove ho passeggiato senza fretta al cospetto di prestigiosi monumenti e palazzi, ammirando la straordinaria bellezza di un nucleo urbano delimitato dalle antiche mura pentagonali e plasmato da piacevoli piazzette dove non manca una tipica fontana con acqua di montagna con cui rinfrescarsi durante le torride giornate estive (mi è successo e ne ho approfittato con soddisfazione!).
Sono sicura che rimarrete estasiati (come nel mio caso) innanzitutto da Piazza Mercato, il salotto cittadino più frequentato e fotografato quando si arriva a Domodossola da turisti.
Qui, in questo angolo di poesia come l’ho definito, lo sguardo corre lungo le caratteristiche case padronali impreziosite da loggette e balconate del XV e XVI secolo e unite dai portici quattrocenteschi, e sugli archi gotici e romanici sostenuti da colonne con capitelli finemente decorati che riportano gli stemmi di importanti famiglie ossolane.
Altrettanto affascinante è Via Briona che parte da Piazza Mercato ed è porta d’ingresso al centro storico: in passato strada dei mercanti, è fiancheggiata da tipiche case con rustici tetti a piode e graziosi balconcini che si appoggiano su cariatidi.
Ancora oggi, vanta numerose attività commerciali e piccole botteghe.
In questo pittoresco scenario, a me è piaciuta molto anche Via Rosmini, con una fila di panchine ombreggiate dove fare una sosta, anch’essa senza auto e senza parcheggi ma distensiva isola pedonale dove apprezzare una delle tante fontane in pietra e il Santuario della Madonna della Neve, risalente alla prima metà del XVII secolo, custode di importanti affreschi quali la Madonna e il Bambino al di sopra dell’altare (su una parete in ciottoli di fiume), e la rappresentazione del “Miracolo della caduta della neve sul colle Esquilino a Roma”, a opera del pittore vigezzino Carlo Mellerio, sopra la porta d’ingresso nell’atrio.
Sul piazzale spicca invece il Monumento ai Caduti, realizzato da Angelo Balzardi e inaugurato nel 1925, con le tre statue in bronzo a simboleggiare il Dolore, il Sacrificio e la Vittoria.
Il cuore pulsante di Domodossola è un sorprendente e ben riuscito connubio di arte, architettura, storia e cultura unico nel suo genere, tutto da vivere e da assaporare passo dopo passo, scorcio dopo scorcio per non dimenticarsene più ma, anzi, accarezzare il desiderio di tornare ancora e ancora.
I magnifici palazzi storici e i musei
Uno dei palazzi più suggestivi che si staglia su Piazza Mercato è Palazzo Silva, oggi Monumento Nazionale che ha visto la luce durante il Rinascimento.
Tra gli esempi più rinomati di casa patrizia rinascimentale nel territorio subalpino, conquista grazie alle incorniciature alle finestre in marmo di Crevola e per la trecentesca scala a chiocciola che rende comunicanti tutti i piani: è inoltre sede del Museo di Palazzo Silva, volto a ricreare gli ambienti di una nobile casa ossolana del Seicento.
Proseguendo, merita una menzione Palazzo Mellerio, sulla cui facciata si fanno notare il bassorilievo dell’abate Antonio Rosmini e il medaglione del conte Giacomo Mellerio (da cui l’edificio prende il nome), vissuto tra il Seicento e il Settecento.
Non dimentichiamo poi il Palazzo di Città, costruito nel 1847, oggi sede comunale con la storica “Sala della Resistenza Ossolana”, e lo splendido Palazzo San Francesco, edificato su una chiesa di fine 1200, che vanta un museo disposto su tre livelli espositivi: il pianterreno ospita mostre temporanee, il primo piano il Museo di Scienze Naturali mentre il secondo una selezione di disegni, Arte Sacra, Pinacoteca e Sezione Archeologica.
La Chiesa Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio
Passeggiando lungo il prezioso Borgo della Cultura, ci si imbatte, quasi a sorpresa in Via Don Luigi Pellanda, nella Chiesa Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio, Monumento Nazionale, costruita su disegno dell’architetto Zucchi tra il 1792 e il 1798.
Un vero scrigno d’arte con tre navate, sei cappelle, un significativo altare maggiore in marmi policromi, incantevoli affreschi e tele.
Salita al Sacro Monte Calvario
Infine, ma non certo per ultimo, trovandosi a Domodossola si può prevedere una visita al Sacro Monte Calvario, a circa mezz’ora dal centro, Patrimonio UNESCO eretto nel 1657 da due frati cappuccini a 365 metri d’altezza sul Colle Mattarella.
Il Sacro Monte consente di vedere, nelle attuali quindici cappelle/stazioni della Via Crucis, dipinti e gruppi plastici in terracotta a opera di svariati artisti nonché incisioni rupestri su alcuni massi e le rovine dell’antico Castello di Mattarella.
Vi sono, inoltre, il Santuario, la Casa per gli Esercizi Spirituali e l’Istituto della Carità diretto dai padri Rosminiani.
La vista è superba sull’abitato di Domodossola, la valle del fiume Toce e le vette tutt’intorno e la zona, nel 1991, è stata dichiarata Riserva Naturale Speciale della Regione Piemonte, un territorio ineguagliabile per trekking alla scoperta della flora e fauna locale, un must per chi ama l’arte e la natura.
Articolo e foto di Flavia Cantini
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