
Colli Euganei, alla scoperta di un territorio straordinario
Un viaggio attraverso la storia, l'architettura e l'ottima cucina
Avete presente quella sensazione di casa? Io la provo quando di ritorno da un viaggio in macchina o in aereo, percorrendo la strada che mi riporta ad Este, all’improvviso dal panorama piatto della pianura appaiono un centinaio di colli come fossero delle vedette a protezione del territorio pianeggiante: i Colli Euganei. Visitare l’Italia significa, per molti, seguire un percorso collaudato tra le città più famose, che porterà a Venezia come punto di massimo piacere. Ma i viaggiatori più curiosi ed esperti avvertono ad un certo punto la necessità di abbandonare la via maestra per avventurarsi al di fuori delle rotte più conosciute e fare così un’esperienza più autentica, raccogliere ricordi unici ed esperienze vive. Queste persone quindi sono alla ricerca di esperienze che possano dar loro l’idea della cultura e della storia locali, su cibo, vino e architettura; solo così si potrà dire di aver scoperto qualcosa di unico e vero.
Colli Euganei, un po’ di storia
La storia dei Colli Euganei risale agli antichi romani. Questi , giunti in questo territorio, costruirono un insediamento che si integrò con le native popolazioni venete.
Strade, edifici, e molte altre opere raccontano ancora oggi di come i romani fecero dei Colli Euganei un luogo dove vivere e prosperare, ma è soprattutto con l’ingegneria legata all’acqua che lasciarono i segni più importanti: acquedotti, impianti di ogni genere.
Già l’acqua. Non si può parlare dei Colli Euganei senza prendere in considerazione il più importante elemento per l’uomo. Un argomento, questo, che è stato ripreso dai molti letterati che hanno raccontato questa terra. Molto spesso, questo territorio è stato descritto come un arcipelago di isole (o scogli) ricco di fascino e mistero. L’acqua è presente con i suoi fiumi e i suoi corsi d’acqua che diventano vie di comunicazione. Importanti sono le molte sorgenti sulfuree che generano fanghi e aree termali.
Una terra di grandi personaggi, a cominciare dalla nobile famiglia degli Este, trasferitasi successivamente a Ferrara. Ma i Colli Euganei furono soprattutto terra di profonda ispirazione per artisti come Francesco Petrarca o come Mary Shelley, che qui vivrà gli anni più importanti della sua vita.
I castelli e le mura fortificate posti in cima alle colline rimangono a testimonianza di un’epoca in cui questo territorio era più potente della Serenissima. Nel XV e XVI secolo i signori di Padova e Venezia, attratti dalla bellezza di questi luoghi, in cui flora mediterranea e alpina vivono fianco a fianco, vi costruirono ville e splendidi giardini.
Oggi, grazie alla combinazione tra suolo ed esposizione, i Colli Euganei si distinguono per la produzione di alcuni dei migliori vini d’Italia.
I Colli Euganei tra arte e letteratura
“Se solo potessi mostrarti il secondo Elicona che per te e per le Muse ho allestito nei Colli Euganei! Penso proprio che di lì non vorresti mai più andartene”.
É con queste parole che Francesco Petrarca celebra gli Euganei. Anche se in nessuno dei componimenti del poeta si fa esplicito riferimento ai Colli, alcuni studiosi ritengono che molti passi del Canzoniere siano stati ispirati dal paesaggio collinare e dal suo soggiorno ad Arquà Petrarca.
Arquà è il borgo all’interno del Parco Letterario Francesco Petrarca e dei Colli Euganei, ad oggi l’unico parco letterario riconosciuto in Veneto.
Arquà e i Colli diventano quindi un luogo di pellegrinaggio letterario che ispira liriche, pagine ineguagliabili dei classici più amati e lettere appassionate di poeti e scrittori romantici.
Tra i più famosi Ugo Foscolo (1778-1827): in molti testi contenuti nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis il poeta decantava la bellezza di questi posti.
Percy Bysshe Shelley (1792-1822), uno dei maggiori poeti inglesi, va ricordato poiché ci offre una personale e suggestiva visione dei Colli. Due capolavori del Romanticismo – Julian and Maddalo (1818) e Prometeo Liberato (1820) – vennero composti da Shelley presso Villa Cappuccini a Este, dunque sullo sfondo dei Colli Euganei.
I gatti vulcanici, testo che Dino Buzzati (1916-2000) dedica ai Colli, può essere addirittura considerato uno scritto di educazione civica: l’autore, per mezzo di un breve racconto fantastico, condanna lo scempio perpetrato dalle scavatrici ai danni dei pendii Euganei.
Giorgio Bassani (1916-2000), autore de Il Giardino dei Finzi Contini, ha scritto una poesia dedicata al territorio: il titolo è Monselice ed è tratta da una raccolta di poesie intitolata L’alba ai vetri (1963).
Una descrizione poco realistica dei colli, che trascura il lato selvatico e ispido del territorio a favore di una immagine gentile e sensuale ci è offerta da Gabriele D’Annunzio (1863-1938) ne Il fuoco (1900).
E infine, Antonio Fogazzaro (1842-1911) nel II capitolo di Piccolo mondo moderno (1901) parla del territorio dedicando un brano che si concentra quasi tutto sull’Abbazia di Praglia.
Architettura e Monumenti dei Colli Euganei
Molti sono gli itinerari che si snodano all’interno del territorio euganeo.
Itinerari artistici, culturali o naturalistici e recentemente anche enogastronomici.
In molti salgono sulle vette dei colli in cerca di pace e spiritualità. Si viene qui anche per staccarsi dal mondo abitato e guardarlo dall’alto, per contemplare la pianura che circonda i colli, i paesi, le coltivazioni ed infine il mare che spunta all’orizzonte.
Si può godere così di un panorama mozzafiato, come raccontò Girolamo da Sessa quando, nel 1537, fu invitato dai suoi superiori sulla cima del monte Rua a rifondare il monastero, nato due secoli prima.
Si vedono tutti i Colli Euganei, ai quali è congiunto; si vede tutta la terra fino a Venezia e chi non ha cattiva vista vede il Seno Adriatico sino alle spiagge dell’Istria. Verso mezzogiorno, quando può l’occhio nostro estendersi, tanto scopre del pianissimo territorio della felicissima Lombardia.
Possono quindi vedersi non poche città; la prima delle quali è Venezia che è la città più nobile o popolata. Si vede anche l’antichissima Padova, celebre per gli studi, e più vicina di tutte. Si vedono nella pianura canali navigabili, e non poche lagune, che sono abbondanti di pesci. Insomma, a stento si troverà una veduta più larga e più dilettevole.
La storia e la cultura di questi luoghi non è testimoniata solo dalle ville e dai monasteri, ma anche da edifici rurali, abitazioni e annessi rustici: la stalla, la cantina, il granaio, ecc.
Molti sono gli elementi tipicamente locali che non si trovano in altre parti d’Italia. Ad esempio, il balcone alla veneta e i comignoli alla “veneziana”, Ma del paesaggio della campagna fanno parte, oltre agli edifici, anche le forme dei campi e dei fossi che raccontano storie, come quella della bonifica che strappò alle paludi lunghe estensioni di territorio proprio ai piedi dei colli per convertirle in fertili aree agricole.
Cucina, prodotti e piatti tipici dei Colli Euganei
Questo territorio può definirsi fortunato: sono molti i prodotti selvatici o coltivati che si possono trovare. Tra i colli e nelle campagne adiacenti, centinaia di orti fanno capolino sia in inverno sia in estate. Innumerevoli sono i mercati contadini dove è possibile trovare verdure fresche di stagione a km 0.
Tralasciando il significato etico di queste abitudini, che ormai è risaputo, mi interessa trasmettere la sensazione di quanto sia appagante andare in un campo o al banco del mercato e poter scegliere i propri prodotti all’aria aperta parlando con il contadino, facendosi raccontare da lui stesso la fatica della coltivazione o come i nostri nonni e nonne amavano cucinare i frutti della terra. Un modo per riassaporare i tempi andati in cui la vita era sicuramente più dura di ora, ma decisamente più sana. Poter andare la mattina nell’orto con il freddo pungente e scorgere la distesa di verdura ricoperta di uno strato di brina, che toccandola la si sente viva, a me da un senso di libertà e rassicurazione.
Cosa possiamo trovare di particolare nelle nostre zone?
Sicuramente tutti i tipi di radicchio, dal celebre trevigiano, al chioggiotto al semplice radicchio che abbiamo nei nostri orti. Cavoli, verze, spinaci, coste, cicoria, finocchi, rape. E con l’arrivo della primavera la scelta aumenta
Tantissime verdure che possono essere trasformate in vellutate, polpette, o semplicemente mangiate cotte.
I Colli Euganei vantano una notevole presenza di animali da cortile, nonché per non parlare poi di cinghiali, che hanno ripopolato il territorio ormai da una decina di anni.
I posti dove poter gustare la cucina locale sono molteplici, e ne parleremo più avanti
Importantissimo per l’economia di queste zone sono il vino e l’olio di oliva. Da circa dieci anni, ormai, gran parte delle cantine si sono modernizzate e si sono raffinate nella produzione di vino. Il vino euganeo non nasce da vitigni nobili, ma si trasforma in un ottimo prodotto grazie, soprattutto, al lavoro di giovani imprenditori che hanno creduto molto nel territorio investendo importanti risorse per migliorare ogni giorno la qualità delle proprie etichette . Parleremo della Strada dei Vini dei Colli Euganei.
Rispetto a quella del vino, la produzione dell’olio è più contenuta, essendo il territorio limitato, ma proprio perché parliamo di un territorio dalle numerose peculiarità, vi si produce un olio equilibrato dal sapore autentico. Anche su questo approfondiremo conducendovi direttamente in un frantoio.
Una ricetta dei Colli Euganei: Crostata di mele castagne e fichi allo spritz veneto
Ingredienti per 1 tortiera da d. 20
260 gr di farina tipo 1 Molino degli Euganei
1 cucchiaino di cacao amaro
mezzo cucchiaino di sale
110 gr di burro freddo di malga
1 cucchiaio di acqua (se necessario)
Ingredienti per il ripieno
4 mele gialle
2 cucchiaini di cannella macinata
6 fichi secchi a pezzettini
½ bicchiere di Spritz Euganeo, di cui 2 cucchiai per le mele
3 cucchiai di zucchero di canna grezzo
Procedimento
Lavorare la farina, il sale e il burro e il cacao nella planetaria con la frusta a foglia a velocità bassa fino ad ottenere una consistenza sabbiosa.
Aggiungere 1 cucchiaio di acqua e mescolare, se necessario aggiungere altri cucchiai di acqua, continuando a mescolare fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Fare attenzione ad aggiungere l’acqua, è meglio impastare ad alta velocità che aggiungere acqua.
Avvolgere il panetto di pasta ottenuto nella pellicola trasparente e lasciar riposare in frigo per almeno 1 ora.
In una ciotola tagliare i fichi secchi a dadini e cospargerli di Spritz Euganeo, lasciare macerare per almeno 1 ora.
Sbucciare, privare del torsolo e tagliare a dadini le mele e spruzzare con lo spritz Euganeo, mescolare con le mani così che le mele si insaporiscono.
In una padella aggiungere le mele, 2 cucchiai di zucchero di canna.
Far amalgamare le mele con il resto degli ingredienti cuocendo per circa 5-6 minuti, importante che le mele restino croccanti.
Stendere la pasta con uno spessore di circa 4-5 mm, foderare lo stampo grande o degli stampini da mono porzione. Tenere da parte un po’ di pasta per formare le righe di copertura.
Aggiungere il ripieno.
Con la pasta messa da parte, formare delle righe per la copertura della crostata.
Spennellare le righe con del latte e cospargere con lo zucchero di canna rimasto.
Scaldare il forno a 190°C, coprire le crostatine con della carta stagnola e far cuocere per 20-25 minuti.
Trascorso questo tempo togliere la carta stagnola e lasciar dorare le righe di copertura.
Quando avrà un bel colorito dorato, sfornare il tutto e lasciar raffreddare a temperatura ambiente.
(…) Quando addentiamo la tua rotonda innocenza torniamo per un istante ad essere creature appena create…
…Io voglio un’abbondanza totale…. voglio una città, una repubblica, un fiume Mississipi di mele, e sulle sue sponde voglio vedere ogni popolo del mondo unito, riunito, nel gesto più semplice della terra: mordere una mela.
Ode alla mela, Pablo Neruda
Articolo e Foto di Erica Zampieri
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