
Carlotto Liquori di Valdagno: storia, gusto e famiglia
L’Italia è piena di locali storici che hanno davvero dato un contributo fondamentale al concetto di gusto nel nostro paese. Penso all’Harry’s Bar di Venezia o il Caffè Tornabuoni di Firenze, dove alcuni cocktail iconici hanno visto la luce. Non ci sono solo i bar; ci sono anche le Liquorerie, come Carlotto a Valdagno. Al secolo Carlotto Liquori, questo luogo ha compiuto 100 anni nel 2019 e li porta proprio bene. Un esempio virtuoso di come storia del gusto e storie di famiglia possano mescolarsi e di come passato, presente e futuro possano coesistere senza fare a botte.
La storia di Carlotto Liquori di Valdagno
Carlotto Liquori per me è un’entità – mi piace chiamarla così – sempre esistita. Uno di quei luoghi cresciuti con la mia città natale e che lì resterà sempre. Carlotto non è un bar ma un’azienda che produce liquori di alto livello e il locale storico in centro a Valdagno è considerato una “mescita”. Le radici della produzione di liquori di Carlotto affondano nel 1820, quando Anton Potepan arriva dall’Ungheria con tutta l’intenzione di produrre qualcosa di speciale: il Rosolio. Carlotto Liquori, così come lo conosciamo oggi, prende vita nel 1919, quando Teresa Potepan sposa Girolamo Carlotto, dando vita a una vera e propria dinastia del gusto. Una delle cose che mi ha sempre sorpreso di quel locale è il suo essere uno stargate temporale: non appena si varca la porta, ci si trasporta nei primi decenni del XX Secolo e lì si resta a degustare, tra una risata e una chiacchiera, rispondendo alla classica domanda “freddo o ambiente?”
Freddo o ambiente? Il Biancorosso
Non c’è valdagnese che non sappia cosa sia il Biancorosso di Carlotto e non c’è valdagnese espatriato (e per espatriato intendo anche chi vive in Italia, come me, ma in un posto diverso da Valdagno) che non abbia una bottiglia di Biancorosso in frigo o a casa.
Il Biancorosso è una sorta di “marchio di fabbrica” di Carlotto Liquori. Unico nel suo gusto (e dalla ricetta segreta), è un aperitivo piuttosto corposo che, a mio avviso, si porta dietro proprio la storicità di alcuni gusti tipici di un’Italia d’altri tempi. La domanda “freddo o ambiente” si riferisce alla temperatura alla quale si sceglie di berlo. Per me sempre freddo, grazie.
La produzione di Carlotto di Valdagno
La produzione di Carlotto Liquori di Valdagno va ben oltre il Biancorosso. Il Rosolio, come spiegavo, è il liquore che ha dato il via alla produzione Potepan/Carlotto e ha sancito il legame con Valdagno. Intenso nel suo profumo e con tutto il sentore di rosa damascena, quel liquore è qualcosa di speciale. Come lo è l’Amaro 900, che mette nel bicchiere il concetto di Mitteleuropa come poche altre cose a questo mondo. Non posso non citare il Fior d’Agno, che prende il nome proprio dal torrente che attraversa Valdagno, dove sono le note agrumate a essere protagoniste. I prodotti di Carlotto Liquori spesso sono stati utilizzati, e lo sono ancora, in preparazioni e cocktail importanti. Sono una sorta di attore silente ma presente, nella rappresentazione di qualcosa di famoso. Nel 1980, per esempio, tutto il gusto di Carlotto incontrò l’arte culinaria di Gualtiero Marchesi. Lo chef fece realizzare a Carlotto una linea di prodotti speciali da utilizzare nelle sue creazioni. Ultima nota importante sui prodotti di Carlotto Liquori di Valdagno: le etichette. Si tratta di grafiche create cento anni fa e che, ancora oggi, sono capaci di comunicare in un modo speciale.

In foto: Daniela Carlotto
Carlotto Liquori a Valdagno: informazioni pratiche
Valdagno è uno di quei luoghi che meritano una visita per la genuinità e la storia che riescono a comunicare. Il centro storico della mia città natale è bello e sa raccontarsi ma le parole – se così posso dire – più marcate e forti arrivano dalle storie delle persone. Come le persone della Famiglia Carlotto che, ancora oggi, portano avanti un racconto nato da una rosa damascena e si è evoluto, come il più bel giardino capace di accogliere chissà quanti fiori, profumi e gusti. Il locale storico si trova in Via Garibaldi 34 a Valdagno. Nel visitarlo (controllate gli orari sul sito ufficiale), osservate tutto ciò che vi circonda, ancor prima di assaggiare.
Articolo e foto di Giovy Malfiori
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