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Borghi dell’Emilia-Romagna, i più belli da vedere e da gustare

L’Emilia-Romagna mette d’accordo tutti i viaggiatori: dagli appassionati di arte e storia agli animi più vacanzieri, votati all’allegria della movida.
D’altronde, lungo i 270 chilometri che uniscono Piacenza a Rimini, i due capi opposti della regione, non manca niente: dalle vivaci località della costa ai panorami montani, dalle città d’arte ai piccoli borghi che racchiudono il fascino di un’epoca lontana. Ed è proprio con quest’ultimo aspetto che oggi voglio deliziarvi: vi porto alla scoperta di sette fra i più bei borghi dell’Emilia-Romagna. Sette piccoli mondi incantati da esplorare con grazia e rispetto per preservarne ogni angolo e assaporarne con calma ogni monumento. Una faccia diversa, forse meno battuta e più riservata, di questa regione straordinaria, che accoglie a braccia aperte tutti coloro che vengono a scoprirla. 

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I più bei borghi dell’Emilia-Romagna  

Una piccola selezione di borghi dell’Emilia-Romagna da visitare durante un viaggio alla scoperta di questa grande regione ricca di tradizioni, storia e luoghi da fiaba.

Bobbio 

Lungo la via Emilia, partendo da Piacenza e proseguendo in direzione Rimini, tra i primi borghi da visitare in Emilia-Romagna approdiamo a Bobbio.

Siamo in uno degli innumerevoli polmoni verdi della regione, in un panorama rigoglioso di fiumi e colli di media altitudine. Il borgo piacentino si circonda del territorio di quattro province, appartenenti a tre diverse regioni (oltre all’Emilia-Romagna, quasi si toccano anche la Lombardia e la Liguria).

Bobbio è una bellezza elegante e dalle origini molto antiche: ha un aspetto medievale, eppure la fondazione del piccolo comune risale addirittura a ben prima dell’anno Mille, con l’arrivo delle prime comunità nella Val Trebbia

Il fiume Trebbia rappresenta forse il simbolo del piccolo paese, nonché la principale attrazione: nessun turista vorrebbe mai perdere l’opportunità di scattare una fotografia osservando il centro del borgo dal Ponte Gobbo (o Ponte Vecchio). Dopo aver ammirato dal ponte il rapido scorrere del fiume suggeriamo una visita ad altri due luoghi di grande interesse: l’Abbazia di San Colombano, che fu fondata in epoca antica da un monaco proveniente dall’Irlanda, e il Castello di Malaspina

Una curiosità: Bobbio è la terra natale di Marco Bellocchio, uno dei registi contemporanei dei quali il nostro cinema va più fiero. Proprio nel suo borgo ha ambientato Sangue del suo sangue, uno dei suoi capolavori più recenti.

Infine, se vi trovate a Bobbio per l’ora di pranzo vi consigliamo di cedere alle mille tentazioni offerte dalla ricchissima tradizione culinaria del territorio: dopo aver esplorato in lungo e in largo, vi meritate almeno un bel piatto di pasta fresca al sugo di stracotto!

Longiano 

Saltiamo quasi fino all’altro capo della regione, ossia fino alla provincia di Forlì-Cesena. Tra i borghi dell’Emilia-Romagna più caratteristici vi è un piccolo gioiello traboccante di storia e colori: Longiano. Un paese che si caratterizza per le tinte vivaci dei sui vecchi edifici e per la cinta muraria di origine medievale che circonda il cuore del borgo. Questo è rappresentato dal Castello dei Malatesta, dove oggi ha sede la Fondazione Tito Balestra, custode di un’importante esposizione di opere d’arte moderna e contemporanea. Longiano spicca anche per l’imponenza delle tante, bellissime chiese presenti, a cominciare dal Santuario del Ss. Crocifisso, per proseguire con la Collegiata di San Cristoforo e l’Oratorio di San Giuseppe Nuovo.

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Tra le cose da vedere non mancano i musei: oltre alla Fondazione Balestra, raccomandiamo una visita al Museo del Territorio per accedere a un’immensa raccolta di reperti e oggetti che raccontano i mestieri del passato.

Cosa assaggiare di buono da queste parti?
Chi avrà la fortuna di sedersi a tavola in una delle tantissime trattorie presenti sul territorio potrà gustare
il meglio della cucina romagnola: dai cappelletti in brodo alle tagliatelle al ragù, dagli arrosti misti al formaggio di fossa, tipico delle terre del Rubicone.

Pennabilli 

Entriamo nella provincia di Rimini per scoprire ancora un borgo di confine. Un piccolo nido incastonato in un territorio che si stringe nell’abbraccio di tre regioni diverse: Toscana, Marche ed Emilia-Romagna.

Pennabilli è il paese delle meridiane, che risaltano dalle pareti di molti edifici. Ma è anche il borgo in cui Tonino Guerra diede vita al Museo Diffuso dedicato ai Luoghi dell’Anima, un itinerario all’insegna dell’arte e dell’immaginazione. Tra le tappe da compiere, oltre alla già citata Strada delle Meridiane, vi sono anche l’Angelo con i Baffi e l’Orto dei Frutti dimenticati. Importante anche il Museo Naturalistico del Parco Sasso Simone e Simoncello, che si occupa di educare grandi e piccini al contatto con la natura. Mateureka è invece il museo voluto da Renzo Baldoni e dedicato alla storia del calcolo e della matematica. Infine, una delle cose più sorprendenti che vi troverete a osservare in questo borgo straordinario è la Campana di Lhasa, la campana tibetana che ricorda la visita del Dalai Lama a Pennabilli. Il monumento sorge su un piccolo colle (raggiungibile tranquillamente a piedi dal centro del paese), la cui posizione sembra rappresentare un vero e proprio invito a godere dell’incredibile ricchezza della natura.

Dozza 

Tra i borghi medievali dell’Emilia-Romagna che in assoluto preferisco c’è Dozza, in provincia di Bologna e a poca distanza da Imola.

Dozza potrebbe sembrare il classico paesino in stile emiliano adagiato sui colli e con i portici lungo le strade, se non fosse per un “particolare” che lo rende unico: i murales. Tra i borghi emiliani, Dozza è famoso per essere un piccolo museo a cielo aperto: gli edifici del centro storico sono tappezzati di coloratissime opere di street art realizzate da artisti provenienti da tutto il mondo. Un vero e proprio inno alla creatività e al fascino delle storie: ogni opera, a Dozza, racconta qualcosa. E il tutto viene celebrato ogni due anni dal festival del Muro Dipinto, la vivace manifestazione che avvicina il lavoro degli street artists alla vita del paese.

Assieme ai murales, l’altro grande punto di interesse del borgo emiliano è rappresentato dalla Rocca Sforzesca. Il bel castello, che si trova praticamente all’ingresso del centro storico, è prima di tutto un museo, con una collezione di arredi e opere d’arte che raccontano la vita delle famiglie nobiliari che si sono susseguite nel tempo tra le preziose sale. La rocca è inoltre sede dell’Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna, che organizza periodicamente eventi e degustazioni dedicati ai superbi vini del territorio.

Un consiglio per un pranzo in perfetto stile emiliano? Bussate alla porta dell’Osteria del Borgo e accomodatevi per un tagliere o un ottimo primo piatto della tradizione!

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Brisighella

Tra i borghi dell’Emilia-Romagna che vi suggerisco di visitare vi è anche Brisighella, in provincia di Ravenna. Un borgo praticamente costruito su più livelli, dove i tre pilastri storici (la splendida Rocca dei Veneziani, la Torre dell’Orologio e il Santuario del Monticino) dominano il piccolo centro dalla loro posizione collinare, affacciata sui calanchi. Il paese si trova in basso, in linea con la strada provinciale che raggiunge alcune delle principali località romagnole. La Rocca dei Veneziani ospita un bellissimo museo dedicato al rapporto che nei secoli ha unito la popolazione alla Vena del Gesso, l’area montuosa che circonda il borgo e che si caratterizza per essere composta quasi esclusivamente da gesso. Giù in paese, il cuore è rappresentato da Piazza Marconi, dove ha sede il comune assieme a tanti altri edifici dalle facciate vivaci e colorate. Un’altra delle peculiarità di Brisighella si trova proprio qui, a pochi passi di distanza, ed è la via degli Asini. Si tratta di una via al coperto, sopraelevata rispetto alla strada e racchiusa all’interno degli edifici. Quasi non si noterebbe, se non fosse per le aperture a forma di arco che si susseguono sul muro in fila indiana.

Se vi trovate a passare da Brisighella in una rigida giornata invernale, fermatevi in trattoria e chiedete un piatto di spoja lorda, ossia quadrotti saporitissimi di pasta sfoglia ripiena al formaggio e noce moscata. Altrimenti, fermatevi per una degustazione di olio extravergine d’oliva DOP, una delle eccellenze del borgo al quale è dedicato il Museo all’aperto dell’Olio di Brisighella.

Santarcangelo di Romagna 

Continuiamo ad assaporare la bellezza dell’entroterra romagnolo e raggiungiamo Santarcangelo di Romagna. Qui l’aria di mare inizia a farsi sentire, siamo in provincia di Rimini e l’Adriatico dista solo una decina di chilometri. 

Come Pennabilli, anche Santarcangelo lega gran parte della sua notorietà al poeta Tonino Guerra, al quale qui è dedicato un museo. Dal genio di Guerra deriva l’opera di restauro che ha interessato di recente la bella Fontana della Pigna. Si tratta di uno dei monumenti che si trovano in Piazza Ganganelli, accesso vivace al paese e sede del mercato della domenica. La vera porta di ingresso al borgo antico è però l’Arco Ganganelli, sorto per celebrare il momento in cui il cardinale Ganganelli di Santarcangelo divenne Papa (fu Clemente XIV). 

Santarcangelo è uno dei borghi in Romagna in cui vi è tantissimo da scoprire: a partire dalle vie colorate del centro, che in primavera si riempiono di fiori e profumi. Passeggiate lungo la via dell’Amore e innamoratevi anche voi del panorama. Un altro scorcio sul paesaggio si può ammirare dall’ingresso della Rocca Malatestiana, che suggeriamo di visitare in compagnia della guida che vi racconterà tutti i segreti dei Malatesta. Ancora, non perdete l’ingresso alle misteriose Grotte Tufacee, custodi di un mondo sotterraneo inimmaginabile.
Infine, se siete stanchi, degustate
un ottimo bicchiere di Sangiovese locale, magari accompagnandolo ai salumi saporiti del territorio e a una morbidissima piada. 

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San Leo 

Continuiamo a immergerci nella bellezza della provincia di Rimini e fermiamoci in Val Marecchia, a una manciata di chilometri dal confine marchigiano. Il nostro elenco di borghi dell’Emilia-Romagna che vi suggeriamo di inserire nel vostro itinerario termina a San Leo, una piccola gemma immersa in un paesaggio rigoglioso di colline verdi e brillanti.

Il minuscolo borgo è sovrastato dall’imponente Fortezza, che si trova a circa 600 metri d’altezza, ed è famosa per essere stata la prigione del Conte di Cagliostro, controverso personaggio del Settecento. Quella che fu la sua cella è ancora aperta al pubblico, ma all’interno della Fortezza è possibile visitare anche il museo degli strumenti di tortura, la collezione di armi e le periodiche esposizioni di arte contemporanea. 

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Poco più in basso, il paese è dominato dai due edifici religiosi principali, posti a pochissima distanza l’uno dall’altro: il Duomo di San Leone e l’antica Pieve di Santa Maria Assunta, che sarebbe stata costruita sul luogo dove San Leone usava ritirarsi in preghiera. 

  

Articolo di Velia Ivaldi 

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